Descrizione
Il bel lavoro di Enrico Cipriani si muove sul recupero di certe premure antropologiche e ull’approccio medico impostato alla visione integrale e percio? radicale dell’essere umano. La sua proposta terapeutica, agile e semplice, adatta a tutti i livelli delle necessita?, offre i rimedi per un risanamento concreto e funzionale alla ristabilizzazione del deficit patologico, legato alle piu? emblematiche disfunzioni del cavo orale, attraverso un ventaglio di cure che si inscrivono all’interno della grandissima e inclita tradizione della medicina omeopatica di scuola hahnemanniana. La prospettiva del dottor Cipriani, che nella sua multidecennale attivita? di odontoiatra ha sempre coniugato una ricerca attenta, aggiornata, con il rispetto e il confronto all’alveo della tradizione, celebra con questa sua fatica una sintesi della sua prospettiva aperta e dialogica, offrendo al lettore un materiale molto variegato nel quale orientarsi facilmente secondo le reali necessita? contingenti.Si cogliera? nel dottor Cipriani la sua illuminante sintesi di proposta, che non pare demonizzare alcuni approcci allopatici, qualora si ritengano realmente necessari, ma responsabilizza ad un rimedio «altro», appunto, meno immediato, plurisecolare, che e? quello anche della medicina naturale che oggi si riqualifica nella sua validita? terapeutica e restitutiva. Il linguaggio e? immediato, empatico, con la singolare capacita? di coniugare la piattaforma scientifica, rigorosa dell’analisi, e la sua semplicita? di veicolazione e di comprensione. In un’epoca come la nostra in cui l’efficientismo e la velocita? della guarigione celebrano talvolta la deriva delle reali priorita? del paziente, il «Prontuario» di Enrico Cipriani si delinea come una novita? antica, grazie alla quale il rimedio sia improntato a quella visione rispettosa dell’essere umano, non soltanto come oggetto della cura, ma soggetto consapevole e responsabile della sua stessa salute, a ricordo che il vero benessere, a cui la medicina per eccellenza tende, non puo? prescindere dalla visione dell’essere al bene totale, olistico, del paziente.
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