Podologia non lineare. Introduzione.

90,00 

MARRAPESE EDITORE SRL

2006

215 pagine con numerose illustrazioni

Volume con copertina rigida formato atlante 30 x 21

ISBN 8874493428 

podologia

Esaurito

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Descrizione

Introduzione Charles Beli nella sua opera The Hand (Pickering, London, 1837) si domandava: “Comment un homme mantient-jf une posture debout ou inclinée contre le vent qui souffle sur lui?” (Come può un uomo mantenere una postura eretta o inclinata contro il forte vento che soffia contro di lui?). Le risposte addotte dai fisiologi del tempo furono fuorvianti: nella logica anatomica degli or­gani di senso, “un organo per ogni senso”, si era cercato “un solo senso” dell’equilibrio per poi indicarne una pletora: · il vestibolo (Flourens, 1829), · i muscoli cervicali (Longet, 1845), · l’occhio (Romberg, 1853), · il piede (Heyd, citato da Vierordt, 1860) · e anche i muscoli oculomotori (Cyon, 1911). Vierordt (1860) fu il primo a tentare di spiegare che tutti questi organi potevano probabilmente partecipare alla stessa funzione, ma non fu compreso. Oggi sappiamo che la gestione della stazione eretta, problematica tutt’altro che semplice, non può essere affidata ad un solo organo od apparato, ma ad un insieme di processi e di strutture intercomunicanti che concorrono in modo definito alla stessa funzione. Le singole componenti, pur conservando una loro logica individuale, sono valide solamente se convenientemente assemblate e convergenti in un tutto, il Sistema (“La natura va pensata in termini di artico/azioni tra /e parti” – Morin). L’Uomo si differenzia dagli altri mammiferi per un innalzamento del baricentro ed un restrin­gimento della superficie del poligono di appoggio: questo vero e proprio paradosso per le leg­gi della statica, lo caratterizza come l’essere vivente più esposto alle insidie di un equilibrio precario. Tuttavia, egli riesce, in via cibernetica, cioè con l’assimilazione, il controllo e l’ela­borazione delle informazioni gravitarie, a sottrarsi alla tirannia dell’ambiente. Poiché l’arbitro cibernetico non sempre coincide con il cono di luce della coscien­za, l’uomo è molto spesso “gestore ignoran­te” della panoplia antigravitaria di cui è do­tato (Fig. I). A rinforzare tale definizione, non si deve dimenticare che nell’uomo, il 97% delle fi­bre di moto decorrenti nel midollo spinale ècoinvolto nella processualità cibernetica e solamente il 3% nell’attività intenzionale. In una meravigliosa concordanza tra mondo fisico e mondo biologico, la specie uma­na non solo non soccombe alla gravità, ma filogeneticamente si modella su di essa. Ciò avviene sulla traccia della memorizza­zione nell’informazione genica, delle scelte evolutive.

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