Descrizione
Perché un nuovo Manuale di psicologia dell’educazione? I manuali oggi disponibili, in Italia e all’estero, presentano questa disciplina ciascuno secondo la prospettiva teorica che preferisce. Ne risultano delle opere che, se da un lato possono essere anche molto approfondite, costringono i lettori ad aderire ai punti di vista scelti dai vari Autori. In questi anni di insegnamento, dal 1997 ad oggi, ho sviluppato il convincimento che si costringono i lettori a dover operare le stesse scelte compiute dagli Autori. Purtroppo, la psicologia dell’educazione, in oltre cento anni di vita, non ha ancora raggiunto certezze paragonabili a quelle di discipline più mature, quali la fisica, la matematica, la chimica, le scienze biologiche, ecc. Su ogni argomento, è possibile sviluppare una teoria, o un’altra alternativa. Fornire un ventaglio di queste teorie di fondo che influenzano i vari punti di vista è un’esigenza che ho avvertito particolarmente nel momento in cui dovevo affrontare questa o quella tematica. Mi trovavo in imbarazzo, tutte le volte, a spiegare un dato argomento decidendo di stare all’interno di una sola prospettiva teorica. I dati sperimentali disponibili non sono ancora così solidi per poter sostenere con sufficiente certezza che solo una data ipotesi è probabilmente la più efficace. I lettori, attraverso lo studio di questo Manuale, possono decidere da soli quale punto di vista ritengono loro più congeniale, secondo le attività professionali che svolgono, oppure in base alle loro preferenze in quanto ancora studenti in formazione. La psicologia dell’educazione, proprio a causa della complessità delle tematiche che affronta, consente ancora di fare opzioni teoriche più o meno aderenti a determinate prospettive teoriche scelte. Penso che questo sia quindi un Manuale che si propone come una “borsa degli attrezzi” che ciascuno porta con sé nelle sedi in cui deve lavorare, operare, nelle Università, in quanto studenti di molteplici Corsi di laurea, soprattutto delle Facoltà di Scienze della Formazione, ma anche di altre, oppure nel proprio mondo lavorativo, così come nella vita quotidiana, in quanto genitori, educatori, istruttori, formatori. La formazione, l’educazione, l’istruzione è oggi uno dei punti nodali del secondo millennio, in ogni tipo di società, in ogni angolo del mondo, sia pure sperduto o remoto. Per esercitare adeguatamente tali ruoli è quindi necessario disporre di molte prospettive che tengano conto delle diversità delle varie culture, ma anche delle differenze individuali dei soggetti. Poter diventare formatori, educatori, istruttori dotati della capacità di trasformare i soggetti ai quali si deve insegnare, richiede di attingere alle conoscenze che le molteplici prospettive hanno elaborato e reso disponibili fino ad oggi. La psicologia nel suo complesso, e quella dell’educazione in particolare, sono campi di conoscenza in costante evoluzione, ricchi, complessi, continuamente arricchiti dalle conoscenze che giorno dopo giorno emergono dalle ricerche condotte secondo le varie culture, o, all’interno di ciascuna di esse, nei vari gruppi di soggetti che sono presi in esame, fino ai singoli individui. Un Manuale dunque ‘aperto’ che dà la possibilità di gettare un fascio di luce particolare, in relazione all’argomento che si prende in esame, è particolarmente adatto ai corsi delle Facoltà di Scienze della Formazione, dove la cultura psicologica è necessariamente limitata, in quanto deve spartire i propri spazi con le culture pedagogiche, sociologiche, filosofiche, letterarie e, in misura minore, con le varie culture scientifiche (fisica, matematica, scienze naturali, biologiche, ecc.). Spero quindi che i colleghi che insegnano psicologia dell’educazione, soprattutto nelle Facoltà di Scienze della Formazione, possano trovare un utile strumento di lavoro in questo Manuale per i loro corsi.
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