Descrizione
Questo testo nasce dalla convinzione -che trova sempre più ampi accrediti scientifici- secondo cui l’ortodonzia è attività che ha come suo sfondo diagnostico e operativo il contesto determinato dalle relazioni che si istituiscono tra la morfologia delle arcate dentarie, le funzioni orali e le funzioni vertebrali. In questo senso, e quindi nell’accezione più neutra e tecnica possibile, impiego, anche nel titolo, il termine “sistema”: come qualificazione di un insieme caratterizzato dall’azione unitaria degli elementi che, in maniera solidale, entrano in relazione tra loro. Ma, anche così considerato, il “sistema” ha una sua articolazione complessa per la varietà e vastità dei temi e degli argomenti che mette In campo e che dall’ortodontista vanno richiamati. E questo è, appunto, il compito che mi sono dato: offrire un percorso, in qualche modo antologico e strutturato in forma di atlante, delle relazioni che si instaurano tra i diversi argomenti e che si articolano in “sistema”. Conosco, per l’esperienza che ho nella pratica clinica, quanto sia utile avere “sotto gli occhi” uno strumento di sintesi e di richiamo per la memoria. Mi auguro che questa utilità sia riconosciuta e condivisa anche dal lettori. LE VERTEBRE, LO IOIDE, I DENTI. IPOTESI DI UN SISTEMA L’interesse dell’ortodonzia verso i disturbi della postura nasce dal l’osservazione che alcune malocclusioni si accompagnano frequentemente a disfunzioni della colonna vertebrale. Il tema è stato ampiamente dibattuto negli ultimi anni, con risultati a volte contraddittori. Si è perciò ritenuto utile sintetizzare i vari studi condotti sull’argomento e richiamare alcuni concetti di anatomia, chinesiologia, fisiologia e patologia della relazione cranio-vertebrale. Contemporaneamente, si è tentato di superare alcuni problemi di ordine teorico e pratico. Nella valutazione dei rapporti tra malocclusioni e vizi posturali, un ruolo importante gioca l’abitudine di ricercare un nesso causale tra fatti concomitanti. La difficoltà, tuttavia, di stabilire un rapporto causa-effetto, o anche soltanto la priorità di un disturbo su un altro, ingenera talvolta confusioni diagnostiche e terapeutiche. Può accadere che alla correzione di una malocclusione si accompagni un miglioramento della postura; oppure, che una malocclusione, dopo il trattamento ortodontico, recidivi perché la postura non si è modificata; oppure, che un intervento sulla colonna vertebrale, o sulle tonsille, o sulla lingua, abbia come conseguenza indiretta un miglioramento dell’occlusione. La concomitanza di questi eventi suggerisce l’ipotesi che gli organi coinvolti non sono solo contigui, bensì interagiscono, creando un complesso gioco di equilibri, come in un sistema vero e proprio e che sarebbe opportuno, in presenza di una disfunzione, un approccio multi disciplinare, in grado di intervenire tenendo conto di tutte le parti del “sistema”. L’esistenza di un nesso tra caratteristiche morfo-funzionali cranio-facciali e caratteristiche analoghe del sistema vertebrale è avvalorata da diverse ricerche scientifiche. Tener conto di queste “corrispondenze” può risultare utile all’ortodontista, ai fini della terapia e della prognosi. In particolare, l’interpretazione di alcuni segni vertebrali può facilitare la previsione della direzione di crescita della mandibola e, dal punto di vista terapeutico, può influenzare la valutazione e il trattamento mio?funzionale delle abitudini viziate. É dunque importante stabilire precocemente se tali abitudini sono legate a situazioni transitorie, se sono cioè reversibili o se, viceversa, si accompagnano a disfunzioni gravi e irreversibili. In tutti gli esercizi di rieducazione mio-funzionale, la postura base giuoca un ruolo fondamentale: la riabilitazione della lingua, per esempio, è facile se la postura del paziente è corretta, laddove risulta difficoltosa in presenza di gravi dismorfismi. La conoscenza dei meccanismi che regolano l’attività della colonna vertebrale, però, non fa tradizionalmente parte del bagaglio culturale di un ortodontista, a differenza di altre nozioni, per esempio di otorinolaringoiatria: in genere un ortodontista individua e diagnostica facilmente le patologie di competenza dei l’otorinolaringoiatra e sa quando richiederne l’intervento; può invece riuscirgli difficile fare richieste precise all’ortopedico o al fisiatra. Si è perciò tentato di richiamare brevemente quelle nozioni di anatomia, fisiologia, patologia, semeiotica, chinesiologia e terapia fisica che possono risultare utili nella pratica clinica e che permettono, nello stesso tempo, di inquadrare sinteticamente la problematica posturale connessa all’ortodonzia.
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