Descrizione
Il mercato del libro tecnico-scientifico ci propone quotidianamente, in campo odontoiatrico, opere che spesso appaiono di dubbia utilità sia per l’indeterminatezza degli obiettivi, la ridondanza dei contenuti, già trattati e spesso con notevole competenza da altri Autori, che per la mancanza di una qualsiasi originalità metodologica. Le conseguenze sono che il lettore resta disinformato, privo di uno strumento che avrebbe dovuto contribuire alla sua formazione professionale od al suo aggiornamento continuo e, spesso, alle prese con un libro di difficile lettura per peso e dimensioni appartenente a quella nuova categoria delle pubblicazioni “spettacolo”. Spettacolo di vanità e/o vacuità che molto spesso tramite un iconografia inutilmente “gigante” e “Fumettistica” cerca di sopperire all’analfabetismo del lettore mantenendolo, tuttavia, in uno stato di subalternità culturale. Queste considerazioni pessimistiche vengono fugate dalla lettura del libro della Tonelli che ha scritto, invece, un libro originale per la scelta dei contenuti ed equilibrato nel rapporto qualitativo fra testo ed iconografia. Questa è, infatti, sempre pertinente rispetto all’obiettivo di rendere più efficace il testo mentre quest’ultimo rende intelligibile e colta l’immagine. Il merito di Maria Pia Tonelli, che è chirurgo orale di notevole competenza e di lunga esperienza, è quello di aver capito che, in un gran numero di casi, la chirurgia orale è chirurgia ossea la quale necessita, per ottenere procedure e risultati di qualità, di notevoli livelli di qualità strutturali. Qualità cioè di layout, di strumentazione e di procedure atte ad assicurare i livelli indispensabili di sterilizzazione e di controllo delle infezioni. Se è vero che la chirurgia orale dei tessuti molli, eseguita in condizioni “ambulatoriali” di sterilità, gode di un basso rischio di complicanze postoperatorie di tipo infettivo (intorno al 3,5%) non altrettanto si può dire quando l’intervento chirurgico coinvolge il tessuto osseo (avulsioni di denti inclusi, chirurgia delle zone periapicali, chirurgia parodontale, GTR e GBR, inserimento d’impianti, ecc.) le cui capacità difensive contro l’esposizione ai batteri è nettamente inferiore. Ecco quindi la necessità di operare in un ambiente ambulatoriale “protetto” che consenta di ottenere routinariamente livelli di sterilità e l’esecuzione di procedure operative quali quelle in uso in una sala operatoria. Il fatto che oggi una parte sempre maggiore della chirurgia non necessita più della degenza pre- e post-operatoria non esime, anzi maggiormente impone, che vadano rigorosamente rispettati i principi generali che guidano una buona pratica chirurgica. Maria Pia Tonelli per la sua cultura, abilità ed esperienza avrebbe potuto facilmente scrivere un libro nel quale ci spiegava come eseguire i differenti metodi e le diverse tecniche di chirurgia orale. Con umiltà ha fatto una scelta contro il libro “spettacolo” e ci ha dato uno strumento che, a mio giudizio, consentirà a tutti noi di migliorare con razionalità la qualità strutturale della nostra attività chirurgica e, quindi, anche i risultati dei nostri trattamenti.
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