Descrizione
Questo testo – prende forma da quello precedente – eseguito in collaborazione con due colleghi, la dott.ssa M. Armandi ed il dott. M. Franchi ai quali vanno ancora i miei ringraziamenti per il lavoro allora svolto – con l’aggiunta di quei completamenti, aggiornamenti e chiarificazioni che la ricerca, la didattica e la clinica hanno portato in questi ultimi anni. La terza edizione delle suture in odontoiatria nasce dalla consapevolezza che questa disciplina viene dal clinico più vissuta che studiata con successive problematiche nei processi di guarigione e nel successo finale. Appare quindi importante far presente l’estrema delicatezza di questa materia che viene abitualmente – come ricerca ed informazione – lasciata nelle mani delle case produttrici di suture. Letteralmente suturare significa cucire od accostare i margini di un tessuto mantenendoli uniti fino alla guarigione. La sutura chirurgica rappresenta la fase terminale di numerose procedure operative odontoiatriche di piccola chirurgia orale (estrazioni, apicectomie, frenulectomie, rimozioni di formazioni cistiche o tumorali, ecc.) o parodontali (chirurgia muco-gengivale, chirurgia ossea resettiva o ricostruttiva, ecc.) o di tipo preprotesico (regolarizzazione dei processi alveolari, abbassamento del fornice vestibolare, rimozione di tori mandibolari, ecc.) o maxillo-facciali, ed è spesso determinante per la prognosi di un intervento. La sutura protegge l’area della ferita, migliora il comfort del paziente durante le fasi di guarigione, conserva la ferita libera da detriti e controlla il sanguinamento locale. La sua corretta esecuzione è infatti responsabile di una migliore e più rapida guarigione tissutale, mentre al contrario, una sua scorretta manipolazione può ritardare la guarigione ed inficiare il risultato finale. Per raggiungere tale obbiettivo è necessario che l’operatore abbia: a) una padronanza delle tecniche di sutura tale da consentirgli di eseguirle nel rispetto della qualità e quantità dei tessuti presenti b) un’adeguata conoscenza delle caratteristiche strutturali dei materiali utilizzati, al fine di potere operare sempre una scelta mirata e) nozioni specifiche relative alla cavità orale. A questo proposito si ricorda che il materiale da sutura non viene completamente sommerso, ma una sua porzione è esposta nell’ambiente orale ricco di tante specie batteriche ad oggi non completamente identificate. Il materiale deve inoltre “funzionare” nonostante i continui movimenti (delle strutture anatomiche) che si producono durante la deglutizione, la masticazione e la fonazione. Occorre inoltre considerare la presenza di nicchie ecologiche completamente diverse, l’influenza del grado di igiene orale ed il tipo di guarigione che appare quantomeno peculiare poiché i tessuti molli vengono posizionati anche su superfici (cemento e/o dentina radicolari) avascolarizzate. Questo manuale nasce perciò con l’intento di fornire all’odontoiatra un aiuto per orientarsi nella scelta, a seconda del quadro clinico presente, fra gli innumerevoli materiali da sutura oggi in commercio nonché presentare un breve excursus fotografico delle lame maggiormente in uso nella chirurgia orale. Dopo una prima parte riguardante i processi di guarigione in cavità orale vengono quindi descritte ed analizzate forma e struttura dei materiali da sutura, con particolare riferimento alle loro proprietà fisiche e biologiche, mentre successivamente sono evidenziate le differenti scelte merceologiche. Strumentario, tecniche di sutura e lame completano questo manuale, proposto quindi come un vademecum di aiuto allo studente ed al clinico nella conoscenza e nell’uso di questi materiali e tecniche. L. Checchi
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.