Descrizione
Circa quindici anni fa, l’avvento della risonanza magnetica fece intravvedere la possibilità di un guadagno diagnostico molto importante. I dentisti, gli gnatologi e tutti gli interessati alla diagnostica delle lesioni dell’articolazione temporomandibolare da anni si accontentavano, e inventavano, esami strumentali attraverso cui interpretare, indirettamente, le condizioni anatomofunzionali, di cui non si avevano, in realtà, conoscenze oggettive. Anche la collaborazione con i radiologi era quasi inesistente. Alcuni anni fa una dentista, dedicata esclusivamente alla gnatologia, riuscì ad entrare in sintonia con due radiologi che già si interessavano al problema. Per quattro anni, non un campione, ma tutti i pazienti con una sintomatologia disfunzionale obiettivabile, afferenti al centro di gnatologia della Clinica Odontoiatrica, sono stati sottoposti a risonanza magnetica presso la Cattedra di Radiologia dell’Università di Brescia. Dopo una serie di esami, interpretati sempre dagli stessi radiologi e discussi clinicamente con la medesima gnatologa, i risultati cominciarono ad arrivare, con il consenso e con la collaborazione di altri autorevoli esperti. Si poteva iniziare un lavoro di sistematico collegamento tra le immagini e la clinica. Acquisita l’esperienza di più di mille esami eseguiti in pazienti successivamente trattati, e oggi in follow-up, a quei due ostinati radiologi bresciani, di mentalità aperta e curiosa, è sembrato lecito riscrivere la diagnostica per immagini dell’articolazione temporomandibolare.
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