Descrizione
MANUALI PRATICI DI VETERINARIA collana diretta da Vincenzo Appicciutoli L’editoria in campo medico-veterinario ha assistito nell’ultimo decennio ad un incredibile impulso produttivo, frutto di sinergie derivanti da un’accresciuta levatura tecnico-professionale e d’immagine della categoria dei veterinari operanti nel composito mondo dei piccoli animali. Questo incremento si è indirizzato in quasi tutti i campi applicativi, in forme, presentazioni e produzioni di varia natura, entità, spessore scientifico ed interesse. Da questo punto di partenza e mediante un’attenta analisi dei contesti e delle pubblicazioni esistenti e disponibili, si è avvertita la necessità di perseguire alcune finalità che potessero consentire di legare tutti gli sforzi di produzione degli autori e fornire in un’unica chiave di lettura un ausilio pregnante, utile e veloce mediante la creazione di una innovativa collana di “manuali pratici”, per lo più frutto della penna di autori italiani. L’obbiettivo è quello di fornire un validissimo e spesso insostituibile mezzo di consultazione, aggiornamento ed apprendimento alla categoria, ancor più utile ed attuale sotto il profilo delle esigenze del mercato italiano, in quanto scritto da chi ben conosce ogni realtà professionale del nostro Paese. In medicina umana è possibile reperire una nutrita bibliografia sulle tecniche necroscopiche e sulla diagnostica cadaverica, in virtù della notevole importanza che riveste, anche ai fini legali, il ruolo dell’autopta. Quest’ultimo rappresenta una figura professionale con notevoli competenze, che riunisce in sé, oltre ad una solida preparazione fisio- ed anatomopatologica, ottime conoscenze clinico-mediche, farmacologiche e tossicologiche. Potremmo definire l’autopta come “il clinico del cadavere” e, al pari del clinico che deve terminare il suo algoritmo diagnostico con l’emissione di una diagnosi, di una prognosi e di un’eventuale terapia, l’autopta deve addivenire ad una diagnosi di causa mortis (in virtù di competenze clinico e fisiopatologiche) corredata di una causa anatomica (in virtù di approfondite competenze anatomopatologiche), sostenute dall’esito di esami collaterali (istologico, microbiologico e tossicologico) effettuati di volta in volta in base alle lesioni di organo e al quadro generale repertato. A fronte di un così alto valore scientifico-professionale rivestito dell’esame autoptico in campo umano, si deve constatare un ruolo talora secondario rivestito in campo veterinario. Ciò è forse da ricercare nel fatto che spesso, almeno in passato, la medicina veterinaria si è rivolta non tanto al singolo paziente ma al gruppo, tesa massimamente alla prevenzione/profilassi di eventi patologici a carattere epizootico, economicamente molto dannosi, che all’indagine volta a capire “perché” piuttosto che “di che cosa” il singolo sia morto. Quest’opera nasce in risposta al nuovo atteggiamento della medicina veterinaria, volto sempre più alla considerazione del singolo animale come paziente, piuttosto che al gruppo. Da qui l’esigenza di un testo che prenda in esame la “clinica del cadavere” nelle differenti specie animali, anche le meno conosciute, allevate a fine affettivo (cani, gatti, rettili, uccelli), o a scopo scientifico e protezionistico (animali di bioparchi, parchi naturali, riserve faunistiche ed acquari). Da qui la collaborazione dei tre autori, provenienti da un back-ground anatomopatologico similare ma operanti in realtà diverse, con specifiche competenze per gli animali da reddito, d’affezione, nelle specie “non convenzionali” e nei cetacei. L’impegno è stato rivolto a dare un’ampia descrizione delle lesioni e degli agenti che, per ogni specie, possono essere chiamati più frequentemente in causa, nonché strumenti metodologici per un corretto algoritmo diagnostico.
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