Descrizione
Strana storia quella della psicologia di comunità! Tratta di argomenti da sempre al centro della vita dei singoli e della comunità, argomenti già aspramente dibattuti nelle agorà greche e nel turbine della rivoluzione francese, ma come disciplina ha origini relativamente recenti, poco più di trent’anni. Nonostante la sua recente istituzione, si è diffusa in moltissime facoltà e corsi di studio universitario in area psicologica, sociologica, psico-pedagogica, antropologica, politica e della comunicazione e della formazione. Pur essendo vastamente rappresentata nel nostro panorama culturale e formativo, pochi tra i neo-iscritti a psicologia sognano, da grandi, di diventare psicologi di comunità, anzi, neppure sanno di che cosa si tratti. Nei fatti, poi, la maggioranza dei laureati in psicologia (o in scienze politiche, sociologia, pedagogia ecc.) riconosce questa come una tra le più utili materie studiate. Non può prescindere da essa chi lavora in azienda o chi collabora alla gestione di organizzazioni sociali, di comunità, di servizi socio-sanitari, chi svolge attività in ambito educativo e riabilitativo, in ambito politico, gestionale e amministrativo. Anche chi ha scelto l’indirizzo clinico spesso scopre che la tutela della salute passa sovente attraverso un intervento sul contesto sociale o attraverso modificazioni dello stile di vita, più che attraverso l’applicazione di tradizionali psicoterapie. Si tratta di una disciplina assai complessa e articolata sul piano concettuale, spesso di confine con altri settori di conoscenza, tra cui l’ambito filosofico e quello politico. Nell’avvicinarsi alla psicologia di comunità non esiste, però, il rischio di perdersi in astrattezze, la trattazione di questa disciplina non può essere che profondamente legata alla realtà, anzi alle mille realtà, con cui l’individuo si incontra e si scontra continuamente nella sua vita quotidiana.
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