Descrizione
In piena epoca implantare ha ancora senso scrivere un libro di protesi totale?
L’avvento dell’implantologia moderna ha radicalmente modificato l’approccio al piano di trattamento in protesi.
L’edentulismo soprattutto mandibolare ha beneficiato in modo particolare delle tecniche implantari. Branemark stesso, dopo aver osservato come medico condotto le difficoltà che molti pazienti edentuli avevano ad assuefuarsi alla protesi totale mandibolare, aveva individuato come scopo primario dell’ossointegrazione la soluzione di questo problema. Oggi anche il mascellare edentulo può essere riabilitato ricorrendo agli impianti. E allora?
A nostro avviso le ragioni per scrivere un libro di protesi totale sono ancora oggi molte. La prima è dettata dal fatto che, nonostante siano stati trattati con impianti cirça un milione di edentuli, questa cifra rappresenta solo l’l % degli edentuli nel mondo. L’edentulismo è ancora quindi molto diffuso soprattutto nei paesi tecnologicamente meno evoluti.
E se è vero che nei paesi occidentali l’edentulismo sta diventando gradualmente meno comune, è altrettanto vero che colpisce gli individui più avanti negli anni la cui riabilitazione richiede maggiori conoscenze ed Impegno. Un altro motivo fondamentale è che le fasi squisitamente cliniche e tecniche di costruzione di una protesi totale toccano tutti gli aspetti che si debbono conoscere per qualsiasi tipologia di riabilitazione protesica.
Il ripristino dell’armonia facciale, la determinazione dei rapporti intermascellari sui piani verticale e orizzontale, l’uso di un articolatore e la creazione della morfologia occlusa le richiedono conoscenze approfondite cui fanno riferimento tutti i campi della clinica protesica, fissa, rimovibile, o impIantare. Inoltre, in un’epoca in cui viene giustamente enfatizzata la necessità di un trattamento olistico del paziente come “persona” più che come “bocca”, la terapia con protesi totale è senz’altro quella che richiede un’attenzione maggiore alle problematiche psicologiche dell’individuo. Infatti, il trattamento dell’edentulismo richiede un approccio completo, sia psicologico sia tecnologico, che noi amiamo definire psico-biologico. Il libro cerca di sviluppare in dettaglio questo modo moderno di trattare il paziente edentulo.
La soddisfazione del paziente, al di là della metodologia di riabilitazione usata, spesso dipende da un complesso di fattori tra cui la capacità dell’operatore di entrare in sintonia con il malato, di ascoltare, comunicare, partecipare empaticamente ai suoi problemi.
Nel libro particolare enfasi viene data al problema estetico, conoscendo il quale il clinico può preservare il paziente da un’alterazione dell’immagine corporea derivante dalla mancata riabilitazione dell’edentulismo, da una riabilitazione che non ha tenuto conto delle sue esigenze o dal passaggio improvviso da una dentatura residua compromessa allo stato di edentulismo, momento riconosciuto generalmente traumatico per ogni paziente.
Le fasi costruttive sono state affrontate nel libro tenendo conto della estrema varietà inter-individuale degli scenari clinici che rende ogni paziente da riabilitare un unicum con diverse necessità e abilità. Pur considerando l’unicità del paziente è necessario applicare quei principi costruttivi che hanno carattere universale per il mantenimento in buona salute dellestrutture residue. Si tutela così il principio del “primum non nocere” che costituisce il fondamento prioritario della medicina di ogni tempo. L’edentulismo infatti è considerato una malattia cronica caratterizzata da un riassorbimento continuo delle ossa alveolari dovuto ad una complessa interazione tra fattori genetici, metabolici e biomeccanici. L’odontoiatra dispone di mezzi per intervenire positivamente sui processi di riassorbimento osseo realizzando manufatti che si mantengono stabili durante la funzione e distribuiscono i carichi occlusali sulla più ampia superficie possibile. La nostra Scuola ha dimostrato attraverso studi istologici, immunoisto-chimici e biomolecolari che la stabilità della protesi durante la funzione è importante a questo fine.
Questa filosofia nell’approccio al trattamento riteniamo sia da applicare anche nelle riabilitazioni tramite impianti. Per questo motivo nel testo sono state affrontate anche le possibili soluzioni implantari, dall’approccio sociale alle tecniche più sofisticate e costose che talvolta richiedono la ricostruzione chirurgica delle creste alveolari. Ai fini dell’adattamento ed assuefazione alla protesi, soprattutto da parte dei pazienti anziani, viene poi considerata l’importanza del mantenimento di radici usufruibili per l’ancoraggio di overdenture di cui si discutono e descrivono le varie soluzioni.
Un ulteriore capitolo è dedicato alla soluzione protesica dei mascellari edentuli che hanno subito una exeresi per tumore. Desideriamo far presente al collega lettore che questo testo rappresenta il risultato di uno sforzo corale durato almeno un trentennio, durante il quale la nostra Scuola ha cercato di sviluppare, rifinire ed applicare quotidianamente i principi qui illustrati. I risultati di questi anni ci hanno dato la forse immodesta presunzione di poter consigliare i colleghi che vogliono cimentarsi nell’impegno di rendere le persone un po’ più felici.
Buona lettura.
Giulio Preti e Collaboratori
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