Descrizione
Un viaggio tra i temi cruciali della psicoanalisi in compagnia di uno dei maggiori didatti italiani. Una rivisitazione del senso da dare al sogno (un’esperienza “estetica” solo in parte riducibile a discorso), del senso da dare all’Inconscio, e del senso da dare al campo della cura (da intendersi anche come campo dell’immagine). Un bimbo guarda le macchie del pavimento e costruisce immagini, … “nella caverna che chiameranno Altamira una mano senza volto traccia la curva di un dorso di bisonte”; … “dentro una dimora sotterranea a forma di caverna”, Platone separa le immagini e le idee, il corpo e l’anima: una ferita metafisica che rimarrà insanata e segnerà il pensiero occidentale compresa la psicoanalisi. Freud inventò una scienza nuova che attinse e si alimentò di immagini che fluivano sotterraneamente come in un alveo di un fiume, la stessa iconosfera nella quale si mosse e progettò la sua opera Aby Warburg che riconobbe nel mondo delle immagini la concrezione di una intera civiltà con tutte le sue oscure tensioni psichiche. Sia Freud che Warburgsi trovarono ad operare in quella ampia frattura della cultura occidentale che vide il sorgere, a partire da Cezanne, della pittura e dell’arte moderna. Cosa ci insegna il nostro viaggio nel mondo delle immagini? Che le immagini non sono parole e non si possono tradurre interamente in parole. Che rimane sempre una differenza e una autonomia tra immagini e parole. La logica delle immagini non è riducibile alla logica predicativa e concettuale. Assumere ciò, implica un’ampia revisione , un’“iconic turn” (svolta iconica) nell’ambito psicoanalitico che coinvolge più piani e più sensi: il senso che diamo al sogno (un’esperienza “estetica” solo in parte riducibile a discorso); il senso che diamo all’Inconscio (che è limitante pensare strutturato come un linguaggio nella misura in cui esso trattiene un legame essenziale con l’immagine); il senso che diamo al campo della cura da intendersi non solo come campo della parola ma anche come campo dell’immagine.
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