Descrizione
Nell’ultima Conferenza della Unione Internazionale per lo Studio Scientifico della Popolazione (IUSSP), tenutasi a Salvador de Bahia, in Brasile, nell’Agosto del 2001, la parte finale di ciascuna giornata di lavoro era dedicata a un dibattito su una tesi controversa. Uno dei dibattiti riguardava la tesi seguente “Esistono limiti alla longevità umana”? In sessione plenaria, con una stretta regolazione dei tempi, si sono fronteggiati quattro studiosi con diversa formazione scientifica, due per il sì e due per il no, che hanno esposto una sintesi della loro tesi; l’uditorio è stato poi invitato al dibattito, con i sostenitori dell’una e dell’altra tesi, disposti su due lunghe file, alternandosi per il “sì” o per il “no” con due minuti di tempo per esporre le ragioni del loro consenso o dissenso. In quale fila si sarebbe posta Rosa Anna Perricone Somogyi se fosse stata presente al dibattito? Leggendo questo saggio, e soprattutto la sua introduzione, sarei propenso a pensare che si sarebbe posta nella fila degli scettici, che ritengono che i fattori positivi (migliori cure e più alto livello di vita, progressi della genetica) siano grosso modo bilanciati da quelli negativi (deterioramento ambientale, aumento delle patologie degenerative e croniche nelle età anziane) e che, nei Paesi avanzati, non ci sia ancora molto da guadagnare.
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