Descrizione
Chirurgia per infermieri
La precedente edizione di questo libro portava la denominazione di “Chirurgia per le Professioni Sanitarie”. Abbiamo cambiato nuovamente il titolo ritornando alla dizione iniziale di: “Chirurgia per infermieri”. Questo per due ragioni: la prima è che le professioni sanitarie, di tipo chirurgico, in cui l’infermiere è coinvolto, si sono trasformate in altrettante specialità di rilevante impegno e quindi troppo onerose e voluminose per essere sviluppate pienamente in un unico testo. La seconda è che nelle scuole universitarie di infermieristica si studia la patologia chirurgica generale e specialistica riferita all’infermiere generale ed a questa ci siamo attenuti: ovvero alla materia chirurgica che può essere di riferimento nelle scuole di infermieristica, limitando a una visione più pratica e sintetica le “professioni sanitarie” di tipo più specialistico.
In aggiunta a ciò abbiamo cercato di andare incontro alle istanze dell’editore che riteneva opportuno riunire la materia in un unico testo anziché in due. Non è stato un compito facile, nonostante l’impegno. Per cercare di ridurre lo scritto abbiamo dovuto sopprimere alcuni capitoli specialistici e diminuire, di necessità, le dimensioni di altri, a volte insistendo con gli autori per una riduzione del testo, in altri casi assumendoci necessariamente una responsabilità “editoriale” di “tagli” di cui chiediamo scusa agli autori che hanno visto rimaneggiati i propri contributi. Tuttavia alcuni capitoli della precedente edizione sono stati considerati ancora attuali, con poche necessità di cambiamento o integrazione e quindi sono rimasti pressoché intatti. Per contro non abbiamo potuto evitare l’aggiunta di nuovo materiale poiché non si poteva ignorare il progresso scientifi co e tecnologico avvenuto in questi anni in molti aspetti della chirurgia e la maturazione culturale dell’infermiere generale, quali l’evoluzione più recente della diagnostica di molte malattie, della tecnica chirurgica, e dei trattamenti multidisciplinari.
Possiamo solo citare a titolo di esempio, l’applicazione sistematica della chirurgia laparoscopica, la comparsa della robotica, la evoluzione delle tecniche di chirurgia endovascolare, la sostituzione protesica di articolazioni e via dicendo, assieme alla preoccupazione di ridurre al minimo indispensabile la demolizione dei tessuti, nel più attento rispetto dell’integrità corporea. Esempi più che suffi cienti per pensare che fosse necessario, nonostante i propositi di riduzione complessiva, espandere alcune parti del testo.
Quanto all’infermiere, abbiamo dovuto rinunciare, per motivi di spazio, a un contributo diretto con la scrittura di interi capitoli anche se ci siamo valsi delle indicazioni e dei suggerimenti di alcuni infermieri, per lo più formatisi a livello universitario, che sono stati disponibili a integrare la parte medica del testo, dove fosse necessario e per quanto di loro competenza.
Tuttavia, pur con questi limiti, non è detto che ci manchi l’idea di come si rappresenti oggi la fi gura dell’infermiere in chirurgia. L’infermiere ha nella pratica chirurgica un duplice ruolo: quello di affi ancare il chirurgo nella sua opera specialistica quando agisce sul malato in ambiente operatorio e quello dell’assistenza al paziente chirurgico sia in ospedale che nel territorio. La specializzazione chirurgica negli anni più recenti si è andata sempre più affi nando con la conseguenza che l’infermiere ne ha seguito le tracce in termini di potenzialità collaborativa. Sarà opportuno chiarire che non si intende fare dell’infermiere un “quasi medico” o addirittura un “quasi chirurgo”, come se si potesse immaginare un qualche tipo di concorrenza fra di loro. Medico e infermiere hanno preparazioni e responsabilità diverse e rimangono due fi gure distinte, anche se complementari.
Se quella dei compiti operativi di assistenza al chirurgo è una delle mansioni dell’infermiere, l’altra è quella del “nursing” intesa come assistenza diretta al paziente, comprensiva della relazione umana. In essa il malato è visto dall’infermiere come persona, e viceversa per il paziente l’infermiere diventa una fi gura indispensabile nella quotidianità della sua malattia, nella comunicazione e nel suo sostegno psicologico.
La progressiva specializzazione del chirurgo impegnato negli ospedali, ha portato ad una graduale riduzione del contatto personale del medico con l’ammalato e quindi alla carenza di quell’azione indispensabile nella sua funzione terapeutica che, al di là dei farmaci o degli interventi chirurgici, è il “prendersi cura” (caring degli anglosassoni). Di conseguenza, nel rapporto con il malato risultano ampi spazi vuoti che appunto l’infermiere “informato” è chiamato a colmare con sempre maggiore attenzione, sia nell’ospedale che fuori. Egli è anche colui che più frequentemente parla con il malato, ne assorbe le ansie, lo informa sulle sue condizioni e progressi: questo aspetto merita un’attenzione particolare.
Nel nostro caso la collaborazione con un aggiornato gruppo di infermieri già collaudati nella pratica e nell’insegnamento in varie scuole è stato un elemento essenziale per tentare di spiegare, ove possibile, la nuova collocazione dell’infermieristica nello sviluppo attuale della pratica chirurgica. Quanto ai medici, in molti casi, abbiamo cercato di ridare fi – ducia agli autori della precedente edizione affi nché da loro stessi provenisse la verifi ca dei cambiamenti che erano comparsi negli anni. Come si è già detto, tuttavia, è verosimile che l’evoluzione della tecnica chirurgica e del ruolo infermieristico non abbiano ancora raggiunto il loro limite. È evidente quindi che altre edizioni potranno seguire in futuro, di cui si assumeranno l’iniziativa i colleghi più giovani che oggi forniscono il loro prezioso apporto come collaboratori.
Nel chiudere questa premessa esplicativa mi è gradita l’occasione di ringraziare tutti i vari autori, medici e infermieri, che hanno redatto o rivisto i singoli capitoli. Un sentimento specifico di gratitudine va , da parte mia, al Dr. Simone Mocellin, ma in particolare al Dr. Enzo Mammano per la valida e indispensabile collaborazione fornita da quest’ultimo nella riscrittura dei capitoli e nella funzione organizzativa ed editoriale del libro. Il tutto con la testimonianza che è in gran parte merito di questi collaboratori se questo testo vede oggi la luce.
Prof. Mario Lise
Gli autori:
M. Lise
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