Descrizione
Troppo spesso consideriamo “il muoversi” del corpo umano, privilegiando il substrato neurogeno che lo sostiene e lo promuove come se i vari comportamenti motori che si succedono nello svolgersi temporale della nostra esistenza, dipendessero, in modo pressoché esclusivo, da organizzazioni ed età neurologiche differenziate. Questa attenzione preferenziale che la medicina è solita rivolgere al sistema nervoso, non è legata soltanto alla sua oggettiva importanza nella genesi del movimento stesso, ma è in gran parte promossa e sonorizzata dal fascino che la neuroscienza esercita sulle discipline riabilitative. Ma se ci soffermiamo ad analizzare la macchina locomotoria umana, abbandonando lo schematismo anatomico ed anatomo-funzionale sul quale abbiamo basato fino ad oggi la nostra cultura, per considerarla in una visione biomeccanica, ci accorgiamo ben presto come questo sistema includa in sé stesso precise regole statico-dinamiche a cui lo stesso neurosistema si deve adeguare. Il neurosistema può certamente aspirare alla promozione di comportamenti motori sempre più differenziati, ma di fatto, nella pratica quotidiana dell’esercizio fisico, deve rinunciare al suo libero arbitrio per attenersi alle leggi fisiche che governano la macchina locomotoria, producendo operazioni coerenti con il disegno meccanico del sistema locomotorio stesso. Pur essendo ancora oggi molto oscura la dinamica del sistema locomotorio, considerando come le scienze fisiche e le analisi matematiche non vadano oltre la comprensione dei sistemi a due gradi di libertà, è possibile intuire come il sistema locomotorio umano disponga, nell’ambito del suo stesso disegno, di un suo preciso programma da cui non è possibile derogare senza compromettere il successo dell’operazione stessa. Se estendiamo infatti al sistema dinamico della macchina locomotoria, sistema dinamico dotato di oltre trecento gradi di libertà, i criteri già definiti per i punti e gli elementi materiali liberi o fra loro collegati, emerge in modo inequivocabile come questo sistema contenga in sé stesso le regole funzionali a cui deve attenersi chiunque si proponga di utilizzarlo, regole perentorie ed inderogabili dettate dalla morfologia stessa del sistema e dalle forze che sul sistema agiscono, regole a cui lo stesso sapiente neuropilota docilmente si assoggetta. La macchina locomotoria umana è certamente uno straordinario sistema dinamico pluriarticolato in grado di realizzare una sorprendente varietà di operazioni a percorsi e finalità differenziate, ma tutte governate da un codice in grado di garantire il massimo risparmio delle energie e delle strutture, finalizzato ad una più lunga sopravvivenza funzionale. Si conferma così l’intuizione aristotelica che la materia, nel momento in cui prende forma, cela in sé il contenuto di un’idea e quest’idea potrà essere svelata solo dalla paziente e sistematica osservazione della macchina locomotoria inserita nel mondo della scienza fisica e dell’analisi matematica. La chinesiologia (da kinesis = movimento e logos = discorso), studia il movimento del corpo umano, interpretandolo in senso biomeccanico e riferendolo alle motivazioni che lo promuovono e ai sistemi regolatori che lo controllano. La chinesiologia infatti non è sinonimo di meccanica applicata al corpo umano in quanto va oltre la pura analisi dei fenomeni statico-dinamici applicati ai vari sistemi, per esplorare e comprendere la ricca motricità che l’uomo utilizza per vivere con abilità nell’ambiente in cui è inserito. La chinesiologia è uno studio dioramico del movimento nei suoi aspetti fisico-meccanici propri della macchina locomotoria, ancorandolo ai moduli funzionali dei neurosistemi che lo promuovono, lo gestiscono e lo controllano. Lo “stare e il muoversi” dell’uomo variamente si esprime col variare morfologico della macchina, col variare degli input ambientali, col variare delle pulsioni psico-emozionali e con il variare degli obiettivi che l’uomo si propone di raggiungere con il suo mezzo locomotorio. Inoltre il muoversi dell’uomo varia in rapporto al variare delle situazioni, ai disagi che lo affliggono e allo stesso variare dell’età anagrafica e biologica della macchina locomotoria e dei servomeccanismi che la regolano. Il movimento già presente negli organismi unicellulari nelle sue elementari alternanze in-out, protendersi e ritirarsi nello spazio ambientale, nell’uomo si struttura in sistemi pluriarticolati dotati di molti gradi di libertà, capaci di produrre moduli motori diversificati in rapporto al variare degli obiettivi da raggiungere ed in rapporto a ciò che l’uomo si propone di esprimere: il muoversi spontaneo per disagi cenestesici, il muoversi per trasferirsi nello spazio ambientale, il muoversi per modificare ed operare sugli oggetti ambientali, il muoversi per esprimere pensieri ed emozioni in un vero e proprio linguaggio gestuale. Per questo la chinesiologia assume il ruolo di materia propedeutica alla riabilitazione in quanto nessuna procedura chinesi-terapica e rieducativa può essere correttamente ideata ed applicata se si ignora l’informazione chinesiologica che sta alla base di ogni scienza motoria.
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