Descrizione
Tra i più recenti orientamenti della moderna psicologia socio-culturale la Teoria dell’Attività (Activity Theory) costituisce oggi un ambito di riferimento di particolare interesse per lo studio dei processi di apprendimento. Il nucleo concettuale originario, elaborato nell’ambito della scuola sovietica che fa capo a Vygotsky, Leontjev e Lurija, negli ultimi due decenni si è progressivamente arricchito del ruolo di mediazione culturale svolto dagli artefatti tecnologici nelle attività umane. Se i processi di simbolizzazione e le capacità progettuali costituiscono i presupposti per un adattamento consapevole e al tempo stesso dotato di forza trasformatrice alle nuove specificità dell’ambiente in cui viviamo, la dimensione sociale dell’apprendimento si rivela, infatti, profondamente intrecciata al ruolo che le nuove tecnologie svolgono nei processi di costruzione della conoscenza. Le attività umane, sempre più caratterizzate dalla presenza del computer e degli strumenti di comunicazione di rete negli ambiti lavorativi e ricreativi, acquistano nuove specificità soprattutto nella sfera didattico-formativa. È a questo tipo di contesti che si orienta l’analisi condotta in questo libro. Dalle prime proposte teoriche degli psicologici sovietici fino ai più recenti contributi di internazionalizzazione nel campo dell’interazione uomo-computer, l’autore elabora un percorso di analisi che si arricchisce dell’illustrazione di alcuni esempi di esperienze didattiche, in cui le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno svolto la funzione di importante amplificatore cognitivo.
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