Descrizione
Vi sono pochi dubbi sul fatto che il “De motu cordis” di William Harvey rappresenti una delle opere più importanti, o forse la più importante, di tutta la storia della biologia e della medicina. Una breve riflessione infatti, fa scorgere facilmente come queste due discipline non sarebbero quelle che oggi sono se il fisiologo inglese non avesse proposta nei primi decenni del XVII secolo, la sua teoria sulla dinamica del cuore e del sistema circolatorio. E’ infatti evidente che tutte le nostre idee sul funzionamento degli organismi superiori – dai rettili fino ai mammiferi – dipendono dal modo in cui pensiamo si contragga il cuore e circoli il sangue. Allo stesso modo, le attuali teorie sui meccanismi patogenetici di molte malattie e sui loro segni clinici dipendono in gran parte dalle nostre conoscenze sulla circolazione sanguigna. Tutto questo è, peraltro, ben noto e può solo destare una certa meraviglia che un’opera destinata a cambiare il corso di una parte rilevante della scienza, sia stata contenuta in uno spazio così limitato quale è quello della “Exercitatio Anatomica de Motu Cordis et Sanguinis in Animalibus”. Ciò che invece può destare maggiore meraviglia è il fatto che, nonostante la fama immensa che la circonda, il “De motu cordis” sia un’opera poco conosciuta e poco letta dal pubblico medico in genere e forse anche da coloro che si occupano in modo specifico del sistema cardiocircolatorio. E’ lecito sospettare, infatti, che al di là della ristretta cerchia degli storici e dei filosofi della scienza, non molti fisiologi e pochi cardiologi abbiano davvero lette le pagine di Harvey. Questo sospetto è poi avvalorato dal fatto che nel nostro paese l’ultima edizione del “De motu cordis” è stata pubblicata nel 1963 e che essa è da tempo esaurita, cosicchè la possibilità di venirne in possesso da parte del pubblico medico è oggi piuttosto ridotta. L’attuale edizione, che ripropone, nella traduzione di Franco Alessio, il testo del “De _Motu cordis” e quello dei “Due trattati anatomici” scritti da Harvey in risposta alle osservazioni rivoltegli dall’anatomico parigino Giovanni Riolano (1577-1657) è appunto motivata dall’intendimento – proprio all’intera collana- di riproporre ai docenti e al pubblico medico colto un testo che rappresenta la base di gran parte delle nostre odierne conoscenze fisiologiche e fisiopatologiche. Giovanni Federspil
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