Descrizione
Elementi di Radiobiologia e Radioprotezione
Sono davvero grato all’amico Giuseppe Guglielmi per la passione e la tenacia con cui ha promosso la stesura di questo volume.
La radiobiologia è una disciplina relativamente giovane e costituzionalmente ibrida. Essa si pone al crocevia delle attività mediche che impiegano le radiazioni ionizzanti (radiologia, radioterapia, medicina nucleare), traendo tuttavia la sua ragion d’essere dalla continua interazione con le scienze di base (biochimica, biologia molecolare e delle cellule) e dallo stretto rapporto con la fisica e la chimica delle radiazioni. Questo carattere intrinsecamente multidisciplinare la rende affascinante dal punto di vista epistemologico; tuttavia, l’aspetto che rende opportuno un periodico aggiornamento degli strumenti didattici è dato soprattutto dalle sue importanti
implicazioni professionali in ambito medico.
Scriveva Carissimo Biagini nella prefazione al suo volume “Radiobiologia e Radioprotezione”, edito da Piccin molti anni fa: “Non è possibile nascondere un sommesso entusiasmo per i progressi compiuti da questa scienza, la Radiobiologia, che costituisce il fondamento culturale delle materie dell’Area radiologica.
I medici specialisti, cultori di questa area, sono i soli a godere del privilegio di avere i fondamenti biologici della loro attività come settore autonomo.
I cultori della radiodiagnostica spesso ne sono ignari fruitori, più consapevoli i medici nucleari, pieni utilizzatori i radioterapisti; i radiobiologi, una schiera ridotta che si batte alle Termopili dell’indifferenza generale, ne sono attivi promotori. Laureati in fisica, medici del lavoro e medici legali che si occupano di radioprotezione, ne hanno assoluta necessità”. Da allora, molto è cambiato. Gli enormi progressi della biologia e della genetica hanno rivoluzionato il nostro modo di intendere le interazioni delle radiazioni ionizzanti con la materia biologica; lo sviluppo dell’imaging e delle tecniche di trattamento radioterapico (diffusione della PET, della RM, delle macchine “ibride” in radiodiagnostica e medicina nucleare; introduzione di tecniche ad intensità modulata, volumetriche, stereotassiche, a guida di immagine in radioterapia) hanno ampliato gli interessi degli specialisti per le basi biologiche di queste
nuove tecniche e per le loro conseguenze cliniche e in radioprotezione. Infine, l’oncologo radioterapista è oggi sempre più un oncologo clinico e il capitolo delle interazioni delle radiazioni ionizzanti con i farmaci chemioterapici, target e a valenza immunologica è diventato una parte insostituibile del suo patrimonio culturale. L’orgogliosa rivendicazione della Radiobiologia come disciplina medica, tuttora pienamente legittima, si stempera quindi nella cogente necessità di “ponti” culturali con le altre discipline
prima richiamate, che rende ancora attuale la figura del radiobiologo, che modernamente va inteso come colui che è capace di stabilire collegamenti vitali fra queste discipline, con lo sguardo rivolto alle loro conseguenze cliniche. L’immagine che mi viene in mente, quindi, non è più quella delle Termopili, ma piuttosto quella di una rete, di una intelligenza collettiva come quella immaginata da Sigieri di Brabante, che necessita di ricercatori capaci di “traslare” (qualcosa di più che semplicemente “tradurre”) i risultati delle scienze di base nel grande campo della clinica e della prevenzione. Non è un caso se nella formazione dell’oncologo radioterapista la conoscenza di questi risultati è così importante, specie – ma non solo – per coloro che saranno poi impegnati anche nella ricerca clinica; radiologi e medici nucleari, d’altronde, sono anch’essi pienamente coinvolti non solo nelle applicazioni
cliniche dei principi della radioprotezione (giustificazione, ottimizzazione, limitazione delle dosi) ma anche nella produzione di dati che hanno una diretta implicazione radiobiologica clinica (si pensi alla radiomica e alla radiogenomica). In questa prospettiva,
biologi, fisici, chimici, informatici hanno poi “necessità assoluta” – come scriveva Biagini – di un quadro di riferimento che indichi l’obiettivo della loro collaborazione con il medico specialista. Infine, il medico legale e il medico del lavoro trovano nelle informazioni derivanti dalla radiobiologia e dalla radioprotezione elementi essenziali per la loro professionalità.
La normativa radioprotezionistica si è pure molto evoluta nel corso degli anni. La recente conversione in legge dello Stato (D.Lgs. 101/2020) della Direttiva europea 2013/59/EURATOM enfatizza questa evoluzione definendo dettagliatamente principi e procedure adeguate all’impetuoso avanzamento delle conoscenze nelle discipline (mediche e non) che impiegano le radiazioni ionizzanti, nella radiobiologia di base e clinica, nelle tecniche di radioprotezione.
Si ribadisce in particolare la necessità che il medico e gli esercenti le professioni sanitarie siano formati durante il loro percorso universitario e professionalizzante sui rischi derivanti dall’impiego delle radiazioni ionizzanti e sulle misure per contenerli.
Ciò presuppone la conoscenza dei principi della radiobiologia e rende tutte queste figure, come pure gli specialisti di area radiologica, “health promoters” nei confronti della popolazione. Le esplosioni atomiche belliche e gli incidenti alle centrali nucleari di Fukushima e di Chernobyl hanno rappresentato un retaggio molto pesante per l’umanità; perciò, fra le attività umane, quelle che si basano sull’impiego delle radiazioni ionizzanti sono quelle più rigorosamente normate dal punto di vista protezionistico.
È perciò evidente la necessità di una adeguata “filosofia del rischio”, che definisca i vantaggi e gli svantaggi degli impieghi delle radiazioni (soprattutto in ambito medico), non solo in assoluto, ma in rapporto alle pratiche alternative disponibili per raggiungere lo stesso scopo. Al pubblico dei non professionisti deve perciò giungere un messaggio equilibrato: la formazione del medico, del tecnico di radiologia, dell’infermiere che deve veicolare queste informazioni al pubblico è quindi fondamentale.
Il volume raccoglie più contributi di diversi specialisti. Si è cercato di renderlo fruibile alle diverse figure prima richiamate e pertanto di fornire informazioni corrette ma facilmente comprensibili. Questo implica che la visione d’insieme è privilegiata
rispetto agli approfondimenti che saranno certo necessari per i differenti specialisti. In questo senso il libro, destinato a un pubblico ampio (dagli studenti di medicina ai medici in formazione specialistica, agli esercenti le professioni sanitarie, ai fisici)
si pone come strumento per una formazione di base, da approfondirsi in misura maggiore o minore a seconda delle diverse tipologie di lettore. Auspico che possa essere utile per facilitare la comprensione dei principi fondamentali della disciplina e per evidenziare le connessioni fra le differenti radici della moderna radiobiologia, facilitando il dialogo fra i diversi professionisti.
Brescia, Maggio 2022
Stefano M. Magrini
Gli autori:
G. Guglielmi
Presentazione di:
S. M. Magrini
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