Descrizione
Prefazione alla seconda edizione Ho deciso di scrivere un manuale pratico di Ematologia per patologi clinici fondamentalmente per due motivi: il primo è quello di un’effettiva carenza di testi rivolti a coloro che non lavorano a diretto contatto con i pazienti, ma hanno a che fare con prelievi, preparati ed apparecchi di osservazione e che, con tali strumenti, devono riuscire a dare informazioni più complete possibili ai clinici. Il secondo motivo è l’entusiasmo dimostratomi dai miei studenti del corso di Ematologia Pratica della Scuola Medica Ospedaliera, che ogni anno hanno apprezzatç le mie lezioni, costringendomi spesso a prolungarle fino ad estate inoltrata. E da loro che mi è venuta la gratificante richiesta di intraprendere questa fatica ed è a loro che nel corso di essa ho pensato con … trasporto. In tutti gli anni (ormai quasi 30) in cui ho insegnato nella Scuola Medica Ospedaliera di Roma e Lazio, mi sono andato sempre più convincendo che più che svolgere un programma prefissato, più che discutere di malattie o di casi clinici, fosse importante che io riuscisi a comunicare ai miei studenti un metodo di lavoro. Poco importa se questo fosse uguale o diverso dal mio, purchépotesse portare ciascuno di essi, secondo un suo sistema personale, a non affogare nel mare immenso delle conoscenze, del “mi ricordo un caso che mi è capitato” o di “aver letto da qualche parte”. Spesso mi sono sforzato di non far apparire troppo semplice una conclusione diagnostica per evitare di demoralizzare giovani che, in assenza di un metodo, facevano fatica a seguire un ragionamento clinico. Dal momento che la maggior parte degli studenti del mio corso era costituita da biologi e medici che lavoravano in laboratori di analisi cliniche, mi sono deciso a scrivere questo testo solo dopo essermi assicurato la determinante collaborazione di una mia ex-allieva, Valeria Sermonti, patologa clinica, che ha aggiunto al testo le conoscenze e le esigenze del medico/biologo impegnato nella medicina di laboratorio. Il suo apporto tecnico, culturale e pratico è stato determinante per la definitiva struttura del testo.
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