Descrizione
Emozioni criminali
Saggio di psichiatria forense multidisciplinare peritale e trattamentale in tema di stati emotivi e passionali
“Emozioni criminali” è un approfondimento scientifico multidisciplinare in tema di emozioni e passioni in relazione al comportamento previsto dalla legge come reato. In particolare si tratta di un approfondimento del capitolo sulle emozioni e passioni così come descritto nel volume “Psichiatria Forense” (edito da Piccin Nuova Libraria, 2019) e nello scritto “Psichiatria Forense nelle pratica psichiatrica quotidiana” (rintracciabile sul sito della Società Italiana di Psichiatria e sul sito della Società Italiana di Psichiatria Forense). Questi tre scritti (Psichiatria Forense, Psichiatria forense nella pratica psichiatrica quotidiana, Emozioni Criminali), nei loro principi forensi scritti dal Prof. Giancarlo Nivoli e collaboratori e condivisi dalla Società Italiana di Psichiatria, hanno valore (secondo la legge Gelli-Bianco – N. 43/ 2017; art. 590 sexies c.p.) di valido parametro di riferimento forense in tema di responsabilità professionale dello psichiatra e di validità, affidabilità di una perizia/consulenza psichiatrica. Ambedue, questi temi, sono previsti nella formazione di studi per ottenere il titolo di specialista in Psichiatria.
Il Prof. Nivoli e collaboratori con il libro “Emozioni criminali” ci forniscono un contributo per approfondire le criticità della credibilità scientifica e della complessità di approcci di conoscenza della disciplina della Psichiatria; sottolineano l’importanza delle emozioni e delle passioni nella conoscenza di se stessi, degli altri e del mondo e del comportamento rispettoso e non rispettoso delle leggi attuali. Inoltre “Emozioni criminali” mette in luce una specifica metodologia psichiatrico forense, psichiatria forense multidisciplinare, che rispetta ed utilizza la molteplicità degli approcci conoscitivi in psichiatria clinica e valorizza le evidenze terapeutiche condivise in tema di indicazioni alla cura contestualizzate su di una specifica persona.
Tutte variabili utili ed indispensabili nella formazione professionale ed aggiornamento scientifico dello psichiatra.
Concretamente la disciplina della psichiatria non acquista credibilità scientifica quando la stessa persona per lo stesso comportamento è giudicata da uno psichiatra come soggetto capace di intendere e di volere, da un altro psichiatra con capacità di intendere e/o di volere gravemente scemata e da un terzo psichiatra come totalmente incapace di intendere e di volere. Quando sul panorama della letteratura vi sono, sempre in aumento, libri ed articoli, in tema di psichiatria forense, che non solo offrono principi operativi differenti tra loro ma addirittura opposti. Come ad esempio l’uno sostenere che lo psichiatra deve rispondere al quesito sulla pericolosità ed un altro che non è di pertinenza e competenza dello psichiatra rispondere al quesito sulla pericolosità. Quando sempre, in ambito psichiatrico forense, il libero arbitrio è trattato sotto l’aspetto filosofico, psicoanalitico, neurobiologico, psicoterapeutico, etc. e non è rispettata la sua struttura e definizione giuridica. Quando un soggetto è inviato da uno psichiatra come grave malato di mente da curare con il massimo di intensità di terapia in una REMS e lo psichiatra della REMS che lo deve curare non trova alcun disturbo psichico su cui intervenire ma solo una carriera criminale; etc. Non ci si riferisce, nei casi che precedono, all’inviolabile, utile e creativo diritto di dissentire nei pareri peritali. Ci si riferisce al fatto che certi pareri peritali non rispettano le regole previste per legge (Cass. Pen.IV ses. ,13 dic 2010 N 43786) per avere la caratteristica di affidabilità del perito/consulente e validità scientifica e forense del parere. Queste perizie/consulenze non rispettano i criteri obiettivi per essere ammesse in processo ed è diritto-dovere del magistrato in qualità di “custode del metodo scientifico” dichiararne la non affidabilità e non validità scientifica ed escluderle dall’iter giudiziario per evitare danni alle persone, intralci alla Giustizia e discredito alla disciplina psichiatrica. Non ci riferisce al diritto inviolabile di ognuno dei circa settemila psichiatri italiani, per rimanere in campo nazionale, di scrivere personalmente o con le persone che lui reputa degne, un ulteriore nuovo trattato, da aggiungere a tutti gli altri, di psichiatria forense con i principi che più reputa opportuni. Ci si riferisce al rispetto delle varie leggi (Legge 189,2012; Legge 24, 2017; etc.) che stabiliscono, nell’ambito delle fonti della gerarchia del diritto, i criteri per la validità forense, di qualsiasi affermazione orale, parere scritto, trattato, articolo scientifico, etc. in tema di psichiatria forense. Non ci si riferisce in tema di pericolosità ed infermità alla possibilità di non fornire al magistrato alcuna informazione di pertinenza e competenza psichiatrica.
Ci si riferisce al rispetto dell’art. 133 e 203 c.p. che stabilisce cosa è di pertinenza e competenza del magistrato in tema di pericolosità: la funzione di controllo sociale della Legge è diversa dalla funzione di cura della Psichiatria. Diversità di funzioni che sono già state accettate nei criteri alla base del trattamento sanitario obbligatorio e non possono essere rigettate
in tema di elaborati peritali sulla valutazione, concetto giuridico e di difesa sociale, della pericolosità. Equivarrebbe a negare più di trenta anni di progresso in psichiatria mantenendo ed accentuando lo stigma, con tutte le conseguenze negative sulla prevenzione e cura, sul soggetto con diagnosi di disturbo psichico associandolo, pregiudizialmente e contrariamente ai dati scientifici, ad un soggetto pericoloso per la società. Non ci si riferisce all’apporto, indiscusso e lodevole al progresso del sapere umano, di discipline come la filosofia, la psichiatria clinica, le neuroscienze, le psicoterapie, le farmacoterapie, la diagnostica per immagine, la genetica, etc. Ci si riferisce all’uso errato e confusivo delle metodologie e finalità di discipline del sapere umano diverse nella metodologia e finalità della psichiatria forense acriticamente ed erroneamente, sotto il profilo scientifico, applicate alla psichiatria forense. Non ci si riferisce alla comprensibile e giustificabile discrezionalità diagnostica che può differenziare uno psichiatra da un altro psichiatra nella formulazione della diagnosi e della terapia. Ci si riferisce, a prescindere dall’accusa di imperizia e dal non rispetto etico della beneficialità e della egualianza, al concetto giuridico e clinico di appropriatezza della indicazione di cura laddove la non appropriatezza implica non solo gravi danni sociali e personali alla funzionalità della salute pubblica, ma anche sperequazioni e spreco di risorse con danno fisico e psichico di chi realmente ne presenta necessità e ne è stato arbitrariamente privato. Per ovviare a queste ed altre criticità gli autori di “Emozioni criminali” forniscono criteri condivisi: ad esempio in tema di gelosia, questa emozione è descritta nel suo aspetto clinico dinamico, clinico categoriale descrittivo, psicoanalitico, etc. e soprattutto sotto l’aspetto forense con chiari esempi di casi clinici prototipici.
La disciplina psichiatrica è complessa ed è caratterizzata da molteplici approcci di conoscenza che possono coesistere, essere integrabili ma non sovrapponibili (psichiatria biologica, psichiatria dinamica, psichiatria psicoanalitica, psichiatria narrativa, psichiatria evoluzionistica, psichiatria fenomenologica, psichiatria esistenziale, etc.). A prescindere dalle legittime preferenze personali e dalle differenze di metodologie e di finalità dei singoli approcci questa complessità arricchisce la disciplina psichiatrica nei suoi aspetti scientifici ma anche operativi terapeutici. Il Prof. Nivoli e collaboratori nel libro “Emozioni criminali” rispettano questa complessità della disciplina psichiatrica. Per ogni emozione sono illustrati vari approcci conoscitivi che ne aumentano la comprensione, tracciano ampi confini di variabilità alle comuni esperienze umane, illustrano criticità cliniche e forensi e possono offrire a chi legge possibilità di approfondimenti specifici nel campo ritenuto più interessante. Ad esempio nella descrizione dell’emozione dell’amore sono descritti gli aspetti sociologici del baratto della sessualità e del baratto della relazione amorosa, la variegata psicopatologa vittimologica nei suoi aspetti psichici e criminali, 16 scenari specifici tratti dall’inconscio psicoanalitico, 26 archetipi mitici dell’aggressività tra maschile e femminile, la descrizione categoriale della complessa tipologia psicodinamica dell’omicidio passionale, la creatività ed utilità funzionale della scelta della trascendenza dell’amore nella realizzazione maturativa personale e nella socializzazione preventiva dell’aggressività e violenza di genere, etc. Leggere questo libro è un viaggio culturale nelle emozioni che l’autore descrive e al contempo suscita, accompagnandolo così nella comprensione esperienziale dell’emozione stessa.
Il comportamento umano è un evento multideterminato ad eziologia clinica multifattoriale di tipo biologico, psicologico, psichiatrico, culturale, sociale, etc. In questa multideterminatezza del comportamento umano le emozioni e passioni occupano una posizione di rilievo come insegna la etologia, la antropologia, la psicologia, la psichiatria, le scienze biofisiche, etc. Il libro “Emozioni criminali” sottolinea l’importanza delle emozioni e passioni ed il loro complesso rapporto (di mascheramento, copresenza, integrazione,etc.) in ambito forense con il disturbo psichico. In particolare mette in luce come la non conoscenza delle emozioni e delle loro dinamiche possa portare ad indebite psichiatrizzazioni dei normali eventi di vita, alla criminalizzazione e deresponsabilizzazione pregiudiziale del soggetto con disturbo psichico ed alla colpevolizzazione non terapeutica della vittima.
Ad esempio, in tema dell’emozione della paura, l’autore sottolinea l’importanza dei vari tipi di paura (naturale, culturale, immaginaria, circostanziale, etc.) che, nel soggetto con disturbo psichico, possono autolegittimare il suo comportamento anche omicidario. Valorizzazione delle emozioni e passioni in nesso causale con comportamenti previsti dalle legge come reati che non può non implicare una revisione dei mezzi impeditivi realmente posseduti dalla psichiatria in tema di posizione di garanzia nei suoi aspetti di cura e protezione e stimolare sotto il profilo scientifico un doveroso aggiornamento in tema di criteriologia per la valutazione della responsabilità professionale dello psichiatra soprattutto in tema di suicidio e di comportamento violento sulla persona.
Il Prof. Nivoli e collaboratori nel libro tracciano la metodologia e le finalità della psichiatria forense multidisciplinare: valorizzazione dei vari approcci conoscitivi psichiatrici e valorizzazione, sotto forma di evidenze terapeutiche condivise, delle indicazioni di cura psichiatrica. Indicazioni di cura (non necessità di cura e non obbligatorietà di cura) non solo in ambito forense peritale (psichiatra forense multidisciplinare peritale) ma anche in ambito forense trattamentale (psichiatria forense multidisciplinare trattamentale). In concreto si tratta della valorizzazione delle indicazioni di cura non solo in ambito di perizie e consulenze psichiatriche ma soprattutto in ambito di cure, in istituzioni e sul territorio, di soggetti portatori di un disturbo psichico ed autori di comportamenti previsti dalla legge come reati. Si tratta di una valorizzazione professionale e scientifica di tutti quegli psichiatri che in concreto hanno cura dei soggetti con disturbo psichico che hanno commesso un reato a prescindere dal nesso causale giuridico. Si tratta, contemporaneamente, nell’ambito della psichiatria forense multidisciplinare, di una sempre maggior valorizzazione, nella sua applicazione concreta al quotidiano, del diritto costituzionale alla salute fisica e psichica di ogni persona indipendentemente dalla sua situazione giuridica. Si tratta di leggere l’esperienza valutativa e trattamentale di una persona che ha dedicato tutta la vita alla psichiatria forense e che intende trasmettere con i suoi collaboratori al lettore la complessità e ricchezza di una disciplina scientifica che tenta di definire i confini tra patologia e normalità a comportamenti ed emozioni di uomini e donne con storie, culture e reati differenti. Le molte variabili che vengono analizzate in ognuna di queste situazioni diventa confondente se utilizzata al di fuori del rigore metodologico proposto dall’autore.
Enrico Zanalda
Massimo di Giannantonio
Presidenti della Società Italiana di Psichiatria
Gli autori:
G. Nivoli, A. Nivoli, F. Nivoli
Presentazione di:
E. Zanalda, M. Di Giannantonio
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