Descrizione
Introduzione L’estetica spazia nei campi della filosofia, della psicologia e della sociologia del bello nella natura e nell’arte. La protesica invece rientra nell’ambito delle scienze naturali, della medicina e della tecnica. Però la protesica è anche arte in quanto con la ricostruzione della forma e della funzione del sistema masticatorio contribuisce a ridare bellezza e armonia a un volto giovane o anziano. Una protesi che oltre ai requisiti biologici e tecnici non tenga conto anche di quelli estetici non adempie al suo compito. L’estetica, infatti, fa parte della salute in senso lato, contribuendo alla forma e alla funzione del movimento, della mimica e dell’espressione. Una bocca curata, nella quale i denti si inseriscano armonicamente nell’aspetto generale del viso, contribuisce in modo determinante al benessere dell’individuo. Una bocca trascurata, con gengive infiammate, denti discromici, fratturati, cariati, o addirittura mancanti nel settore visibile, invece, può compromettere la percezione del proprio valore, i rapporti interpersonali e quindi il benessere e la salute. Forma, funzione, salute e benessere costituiscono un tutto armonico. Da sempre la protesica è strettamente collegata all’estetica in quanto risana i disturbi funzionai i e gli inestetismi. Proba bilmente, fino alla fine del diciannovesimo secolo l’estetica aveva un ruolo decisamente più importante della funzione masticatoria. Ad esempio gli antichi etruschi erano maestri nella sostituzione dei denti mancanti dei cittadini benestanti con fusioni in oro. Le forme e le funzioni sulle quali la natura non aveva generosamente profuso la sua armonia, ancora all’inizio del ventesimo secolo venivano riorganiz-_ zate, in un ampio strato della popolazione, mediante estrazioni e successiva applicazione di protesi totali. Le protesi miste e i ponti erano una soluzione disponibile solo per pochi. Oggi, all’insegna della prevenzione, in odontoiatria assumono un ruolo prioritario il mantenimento in salute delle strutture esistenti e il ripristino della funzione. Questa è stata per lungo tempo l’argomentazione in favore di una ricostruzione occlusale tecnicamente perfetta secondo un concetto ideale, come quello che si trova nei libri di testo, ma che non poteva tenere conto dei requisiti di variazione e di tolleranza della natura. Per alcuni pazienti tuttavia la componente psicosociale legata alla ricostruzione costituiva uno stimolo sufficiente per sottoporsi, ai fini di un miglioramento dell’estetica, alla lunga e costosa procedura di una ricostruzione totale. Oggi ciascuna specializzazione odontoiatrica partecipa in diversa misura e con i mezzi che le sono propri alla conservazione o alla ricostruzione di un sistema masticatorio tunzionale ed esteticamente valido. A tale riguardo le opinioni su quello che è estetico, bello o armonico, possono essere decisamente diverse (“de gustibus non est disputandum”). Neppure sul concetto di funzionalità esiste un’opinione univoca. Tuttavia, per soddisfare tutte le esigenze è indispensabile una collaborazione interdisciplinare, in qualsiasi forma. Per l’odontoiatra e l’odontotecnico la ricostruzione estetica e funzionai e, soprattutto degli incisivi, costituisce un compito tecnico e artistico affascinante. Il paziente subisce l’influsso del giudizio professionale di entrambi, ma nella comune aspirazione al raggiungimento di un optimum individuale e armonico quanto a forma, colore e funzione, spetta sempre a lui l’ultima decisione. Anche del rapporto costirisultato bisogna tenere conto. Tale rapporto dipende in gran parte dalle capacitàtecnico-scientifiche del professionista oltre che dall’ambiente psicosociale e dal la collaborazione del paziente. Ad esempio, per chiudere uno spazio fra i denti anteriori, che nei bambini può anche essere carino, esiste un ventaglio di possibilità, dall’ortodonzia fino alla chirurgia, che lasciano aperte tutte le possibili combinazioni delle singole discipline specialistiche. Per ridare splendore a corone dentali discromiche o ricostruire quelle distrutte l’industria dentale storna a getto continuo matenali sempre nuovi e migliori costringendoci a tenerci al corrente; la molteplicità delle offerte rende sempre più difficile la scelta della terapia adatta. AI riguardo una ricostruzione che dura a lungo nel tempo non sempre corrisponde alla “Verità” quanto a estetica e a impressione globale. I denti naturali sani subiscono un processo di invecchiamento (i colori diventano più scuri, l’andamento del bordo gengivale si modifica, ecc.) adattandosi meglio all’armonia e alla bellezza di un viso che invecchia. Un ponte anteriore fisso, anche se bello di per sè, immortala come un flash impietoso un momento ormai trascorso. Dell’estetica parlano tutti. Si hanno dei bei denti, o si fanno dei bei denti, e se ne parIa. La situazione attuale ne dà una testimonianza eloquente. È merito dell’editore mettere a disposizione l’aggiornamento specialistico interdisciplinare nella forma durevole di un libro per un’ampia cerchia di interessati. Agli autori va il ringraziamento per il fatto di essersi impegnati al massimo ciascuno nel suo campo, “Chacun(e) selon son gout”.
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