Estetica e protesi in odontoiatria – Stato attuale e valutazioni

137,00 

Pagine: 225
Anno di Edizione: 1996
f.to: 17×21 cartonato
Casa Editrice: STDEI Scienza e Tecnica Dentistica Edizioni Internazionali

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COD: st257 Categoria:

Descrizione

Introduzione L’estetica spazia nei campi della filosofia, della psicologia e della sociologia del bel­lo nella natura e nell’arte. La protesica invece rientra nell’ambito del­le scienze naturali, della medicina e della tecnica. Però la protesica è anche arte in quanto con la ricostruzione della forma e della funzione del sistema masticatorio contri­buisce a ridare bellezza e armonia a un volto giovane o anziano. Una protesi che oltre ai requisiti biologici e tecnici non ten­ga conto anche di quelli estetici non adempie al suo compito. L’estetica, infatti, fa parte della salute in senso lato, contri­buendo alla forma e alla funzione del movimento, della mimica e dell’espressio­ne. Una bocca curata, nella quale i denti si inseriscano armonicamente nell’aspetto generale del viso, contribuisce in modo determinante al benessere dell’individuo. Una bocca trascurata, con gengive infiammate, denti discromici, fratturati, cariati, o addirittura mancanti nel settore visi­bile, invece, può compromettere la perce­zione del proprio valore, i rapporti inter­personali e quindi il benessere e la salute. Forma, funzione, salute e benessere costi­tuiscono un tutto armonico. Da sempre la protesica è strettamente collegata all’estetica in quanto risana i disturbi funzionai i e gli inestetismi. Proba­ bilmente, fino alla fine del diciannovesimo secolo l’estetica aveva un ruolo decisa­mente più importante della funzione masticatoria. Ad esempio gli antichi etru­schi erano maestri nella sostituzione dei denti mancanti dei cittadini benestanti con fusioni in oro. Le forme e le funzioni sulle quali la natura non aveva generosamente profuso la sua armonia, ancora all’inizio del ventesimo secolo venivano riorganiz-_ zate, in un ampio strato della popolazione, mediante estrazioni e successiva applica­zione di protesi totali. Le protesi miste e i ponti erano una soluzione disponibile solo per pochi. Oggi, all’insegna della prevenzione, in odontoiatria assumono un ruolo prioritario il mantenimento in salute delle strutture esistenti e il ripristino della funzione. Que­sta è stata per lungo tempo l’argomenta­zione in favore di una ricostruzione occlu­sale tecnicamente perfetta secondo un concetto ideale, come quello che si trova nei libri di testo, ma che non poteva tenere conto dei requisiti di variazione e di tolleranza della natura. Per alcuni pazienti tuttavia la componente psicosociale legata alla ricostruzione costituiva uno stimolo sufficiente per sottoporsi, ai fini di un miglioramento dell’estetica, alla lunga e costosa procedura di una ricostruzione totale. Oggi ciascuna specializzazione odontoia­trica partecipa in diversa misura e con i mezzi che le sono propri alla conservazio­ne o alla ricostruzione di un sistema masticatorio tunzionale ed esteticamente valido. A tale riguardo le opinioni su quello che è estetico, bello o armonico, possono essere decisamente diverse (“de gustibus non est disputandum”). Neppure sul con­cetto di funzionalità esiste un’opinione uni­voca. Tuttavia, per soddisfare tutte le esi­genze è indispensabile una collaborazio­ne interdisciplinare, in qualsiasi forma. Per l’odontoiatra e l’odontotecnico la ricostru­zione estetica e funzionai e, soprattutto degli incisivi, costituisce un compito tecni­co e artistico affascinante. Il paziente subisce l’influsso del giudizio professiona­le di entrambi, ma nella comune aspira­zione al raggiungimento di un optimum individuale e armonico quanto a forma, colore e funzione, spetta sempre a lui l’ul­tima decisione. Anche del rapporto costi­risultato bisogna tenere conto. Tale rap­porto dipende in gran parte dalle capacitàtecnico-scientifiche del professionista oltre che dall’ambiente psicosociale e dal­ la collaborazione del paziente. Ad esempio, per chiudere uno spazio fra i denti anteriori, che nei bambini può anche essere carino, esiste un ventaglio di pos­sibilità, dall’ortodonzia fino alla chirurgia, che lasciano aperte tutte le possibili com­binazioni delle singole discipline speciali­stiche. Per ridare splendore a corone dentali discromiche o ricostruire quelle distrutte l’industria dentale storna a getto continuo matenali sempre nuovi e migliori costrin­gendoci a tenerci al corrente; la moltepli­cità delle offerte rende sempre più difficile la scelta della terapia adatta. AI riguardo una ricostruzione che dura a lungo nel tempo non sempre corrisponde alla “Verità” quanto a estetica e a impres­sione globale. I denti naturali sani subi­scono un processo di invecchiamento (i colori diventano più scuri, l’andamento del bordo gengivale si modifica, ecc.) adat­tandosi meglio all’armonia e alla bellezza di un viso che invecchia. Un ponte ante­riore fisso, anche se bello di per sè, immortala come un flash impietoso un momento ormai trascorso. Dell’estetica parlano tutti. Si hanno dei bei denti, o si fanno dei bei denti, e se ne par­Ia. La situazione attuale ne dà una testi­monianza eloquente. È merito dell’editore mettere a disposizio­ne l’aggiornamento specialistico interdi­sciplinare nella forma durevole di un libro per un’ampia cerchia di interessati. Agli autori va il ringraziamento per il fatto di essersi impegnati al massimo ciascuno nel suo campo, “Chacun(e) selon son gout”.

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