Descrizione
A leggere i manuali di psicoterapia sembra tutto piuttosto semplice: basta seguire le regole e il successo non può mancare. Le cose, però, non stanno proprio così. Gli insuccessi esistono, anche se si tende a parlarne poco. Nel nostro lavoro, ogni caso è unico. Le generalizzazioni e le semplificazioni dei manuali possono costituire utili linee guida per un trattamento, ma solo l’analisi dell’inciampo, dell’errore, della ricaduta, possono farci progredire, possono consentirci di comprendere quando e come un trattamento debba essere modificato. Riconoscere il proprio errore può essere frustrante, ma permette anche di poter imparare e costituisce un potente stimolo di crescita. A che cosa può essere attribuito l’insuccesso? Al terapeuta, al tipo di terapia, alla relazione terapeutica, alla motivazione e alle caratteristiche specifiche del paziente? In quale momento ha avuto luogo l’insuccesso? Il terapeuta ha percepito che stava avvenendo, oppure non l’ha percepito, ma era comunque in atto? Com’è avvenuto l’insuccesso? È stato il paziente o il terapeuta a interrompere la terapia? Per quale motivo e in che modo lo hanno fatto? La terapia si è rivelata un insuccesso pur non essendo stata interrotta? Che cosa possiamo imparare? Quale lezione è possibile trarre dall’insuccesso terapeutico? Quali sono i criteri in base ai quali è possibile parlare di “insuccesso terapeutico”? Queste alcune delle domande poste a qualificati terapeuti italiani e internazionali particolarmente esperti nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare, che con coraggio e onestà intellettuale hanno preso in esame alcune delle pagine meno “magiche” del proprio lungo lavoro. Solo una grande professionalità consente di descrivere così apertamente i propri “incidenti di percorso”. Da tale professionalità tutti possiamo apprendere.
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