Descrizione
Questo libro nasce dall’esperienza dell’autrice (infermiera e docente presso scuole infermieristiche) ed è supportato e convalidato nei suoi contenuti attraverso una ricerca condotta sul campo, come esige il metodo impiegato dalle scienze sociali. Di questa ricerca sono stati utilizzati i dati riassuntivi, che compaiono all’inizio di ogni capitolo e che guidano tutto lo svolgimento dell’opera. L’argomento del rapporto con la dimensione corporea dell’assistito, pur essendo centrale nella pratica professionale, risulta complesso e sconosciuto agli stessi infermieri che non sempre riescono a decodificarne i risvolti problematici: anche le pubblicazioni di settore tacciono su questo tema e la letteratura professionale e accademica selezionano aspetti della corporeità vissuta, difficilmente utilizzabili nella pratica professionale. Ne consegue che gli infermieri sono spesse volte impreparati a relazionarsi proficuamente con persone portatrici di forti compromissioni sul piano corporeo, vissuto in tutta la sua problematicità (emozionale, affettiva, ideativa, ecc…); il ricorso a meccanismi difensivi, per far fronte alla sofferenza vissuta dall’assistito, diventa per questi infermieri un percorso quasi obbligato. Il testo viene pubblicato in un momento di cruciale cambiamento per la professione infermieristica (formazione universitaria, abolizione del mansionario…) e può diventare uno strumento per la riflessione sul proprio agire professionale, oltre a contribuire allo sviluppo di una maggior consapevolezza sul proprio mandato sociale. Il rapporto con le medicine complementari, infine, invita alla riscoperta di alcune radici professionali.
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