Descrizione
PREFAZIONE Già nel 1958, quando giovane assistente di ortopedia, affascinato dai delicati meccanismi dell’organo della prensione, ottenni, con una borsa di studio del governo francese, la possibilità di lavorare a Parigi da Marc Iselin, allora insieme a Moberg il più grande chirurgo europeo della mano, mi venne per così dire inculcato nel cervello il concetto della necessità del ripristino funzionale della mano; senza il quale tutto il nostro lavoro riparativo e ricostruttivo non ha alcun significato. Ricordo come il mio maestro Iselin «perdesse» innumerevole tempo all’applicazione di apparecchi a molle e ad elastici per aiutare anche passivamente il ripristino articolare della mano. Questi concetti erano stati d’altra parte introdotti dall’americano Sterling Bunnell, che già nel 1944 aveva scritto la l a edizione del suo famoso libro «Surgery of the hand» nella cui prefazione si legge: «In reconstructing hands, the practical object is to restore enough function to the limb to allow the patient to return to wage earning and self-support». E Marc Iselin che da Bunnell aveva lavorato, aveva anch’egli appreso la lezione… Ricordo che già a quell’epoca J. Levame si occupava particolarmente di questi problemi, sviluppando le idee del nostro Maestro, tanto è vero che poi ha scritto un libro sull’argomento, libro che gode di fama internazionale. Nella scia di questo pensiero conduttore non deve quindi meravigliare se il mio «vecchio» collaboratore Dott. Borelli, che si occupa nella nostra Divisione prevalentemente di chirurgia della mano, della quale è appassionato e per la quale ha una particolare predisposizione, sfruttando le sue capacità a livello biomeccanico, abbia sviluppato un sistema di ortesi statico-dinamiche a basso costo, di facile realizzazione, personificabili, altamente efficienti, le quali rappresentano ormai parte integrale del trattamento non solo dei casi traumatici ma spesso anche ortopedici di chirurgia della mano e che ci hanno permesso di migliorare in maniera determinante i nostri risultati. Ben volentieri ho quindi aderito alla sua richiesta di scrivere una presentazione del suo lavoro che lo occupa ormai da più di un triennio. Sarebbe opportuno che queste ortesi statico-dinamiche o altre ortesi simili (per es. quelle del mio caro amico Levame) e di cui il Dott. Borelli offre nel suo libro un’esposizione completa, venissero sempre più utilizzate ed integrate nel trattamento delle lesioni della mano. A questo proposito si sente sempre più la necessità della creazione di fisioterapisti superspecialisti, che particolarmente addestrati nella fisiopatologia della mano dovrebbero, guidati dai chirurghi della mano, collaborare nelle tecniche riabilitative particolari e delicate e nella idonea utilizzazione delle ortesi.
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