Descrizione
Prefazione La Batteriologia fin dalla sua nascita e per lungo tempo si è quasi identificata con la Microbiologia; con la gemmazione da quest’ultima di branche specialistiche come la Micologia, la Parassitologia e la Virologia, che hanno finito per diventare delle discipline indipendenti, anche la Batteriologia ha raggiunto progressivamente una sua connotazione precisa rappresentata da un corpo di dottrina anch’esso specialistico caratterizzato da campi di studio e di ricerca scientifica, di applicazione e di formazione in buona parte specifici ed indipendenti. La Batteriologia Medica, che viene considerata in questa sede, è solo una parte della Batteriologia ed è rivolta alla trattazione di microrganismi batterici patogeni per l’uomo, alcuni dei quali scoperti agli albori della Microbiologia, come ad esempio Mycobacterium tuberculosis e Bacillus anthracis, ma ancora attuali, altri di più recente individuazione come Legionella pneumophila, Borrelia burgdorferi ed Helicobacter pylori, per citarne solo alcuni. Dalla scoperta dei primi batteri patogeni per l’uomo è trascorso poco più di un secolo, ma in questo arco di tempo si è assistito non solo ad una continua espansione delle conoscenze circa le possibili specie batteriche coinvolte in processi morbosi a carico dell’uomo, ma anche ad una sempre più completa comprensione, fino a volte a livello molecolare, dei meccanismi dell’azione patogena svolta dalle stesse, delle loro caratteristiche biologiche, genetiche ed epidemiologiche. Parallelamente, risultati estremamente rilevanti sono stati ottenuti circa le conoscenze riguardanti i meccanismi di sensibilità/resistenza dei batteri agli antibiotici ed ai chemioterapici; ciò ha consentito la possibilità di rendere disponibili farmaci antibatterici sempre più efficaci, mirati e privi di tossicità importanti. Inoltre, in questi ultimi decenni si è assistito ad una impressionante trasformazione dei mezzi tecnici di studio dei batteri con ricadute favorevoli, del tutto impensabili fino a qualche tempo fà, nei riguardi della prevenzione e della diagnosi di laboratorio nonché della terapia delle infezioni e delle malattie, rispettivamente, da essi sostenute. Le nuove tecnologie hanno, com’è noto, prodotto risultati di grande rilievo anche in altri campi delle scienze biologiche e della medicina; in quest’ultimo campo sono stati resi disponibili accertamenti diagnostici ed interventi terapeutici innovativi ed estremamente vantaggiosi ma, nel contempo, questi stessi strumenti hanno esposto l’uomo all’aggressione di batteri altrimenti dotati di scarsa o nulla azione patogena. Assistiamo pertanto, soprattutto nei paesi ad elevata tecnologia, ad una diminuzione della morbilità e della mortalità per malattie infettive o contagiose ed ad un aumento delle malattie da infezione non trasmissibili; queste spesso vengono contratte in sede ospedaliera (infezioni nosocomiali) o come conseguenza di trattamenti immunosoppressivi (infezioni opportunistiche). Il contrario, invece, continua ad osservarsi nei paesi poveri e a scarsa o nulla tecnologia, dove drammaticamente le malattie infettive o contagiose, e non solo quelle sostenute da batteri, rappresentano ancora uno dei problemi sanitari predominanti: in questi paesi il “nostro” progresso nella lotta contro le infezioni microbiche deve ancora essere dimostrato; questa constatazione ci deve spingere non solo ad assumere un maggior impegno concreto in quei contesti, ma anche a non abbassare la guardia nello studio, nella ricerca e, non ultimo, nella formazione del futuro personale sanitario.
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