Descrizione
Patologia generale – Anatomia patologica
2ª edizione Italiana sulla 7ª in lingua Inglese
Gli studenti e i docenti hanno ruoli e necessità complementari nel processo educativo. Questo libro ha lo scopo di aiutare gli studenti di medicina a imparare e i docenti a insegnare la patologia, che è il fondamento della pratica clinica.
Assistiamo a profondi cambiamenti nella scelta di ciò che viene insegnato agli studenti di medicina e di come viene loro insegnato. La medicina sta subendo una rapida trasformazione, dovuta in parte al ritmo incalzante delle scoperte scientifiche e in parte ai cambiamenti del mondo che ci circonda. Entrambi gli aspetti influenzano significativamente sia il contenuto delle discipline sia il modo di insegnarle, e impongono peraltro una profonda riflessione su ciò che gli studenti di medicina hanno bisogno di imparare oggi.
Pertanto, lo scopo di questo libro è insegnare i quadri morfologici e la patogenesi delle malattie agli studenti di medicina. Il libro non è rivolto agli specializzandi o ai ricercatori o agli scienziati di laboratorio. Il nostro scopo è preparare i futuri medici – cardiologi, pediatri, geriatri e così via. Desideriamo prepararli per le loro specialità, non per le nostre. A questo scopo li aiutiamo a capire come le malattie insorgono e come si manifestano. Forniamo i fondamenti sui quali i futuri clinici di tutte le specialità potranno costruire la loro carriera e speriamo di trasmettere allo stesso tempo l’amore e l’entusiasmo per la medicina attuale e per i progressi che la medicina avrà in futuro.
Forse la sfida più difficile – e allo stesso tempo la più importante – che abbiamo affrontato nella preparazione del testo è stata capire cosa si poteva omettere, vale a dire cosa lasciare a testi specialistici di biochimica, di biologia molecolare, di patologia ultraspecialistica, e così via. Anche cercando di evitare aspetti superflui, come ipotesi che non sono mai state dimostrate, discussioni astruse o minuzie mediche trascurabili, e anche senza scendere troppo nel dettaglio della descrizione degli esperimenti, come spesso accade in altri testi, la quantità di informazioni restava comunque enorme. Abbiamo quindi deciso di applicare un filtro a tutto il libro, ci siamo posti una domanda sia mentre scrivevamo i nostri capitoli (Capitoli 1, 5 e 8) sia quando abbiamo curato la revisione dei nostri ottimi collaboratori. Cosa hanno davvero bisogno di sapere gli studenti di medicina per essere dei bravi medici, per essere pronti a tenersi costantemente aggiornati dal punto di vista professionale e per capire l’influenza dei progressi delle scienze mediche sui loro pazienti?
Abbiamo sottolineato l’importanza dell’interdisciplinarità nelle varie specializzazioni mediche. I testi di patologia tradizionale hanno una parte dedicata ai principi di base della patologia, seguita da una parte di anatomia patologica che si occupa di patologie d’organo. Questo approccio non è più sufficiente. Molti processi e molte malattie coinvolgono più organi e apparati e si comprendono meglio se si insegnano partendo da questo presupposto. Non basta, ad esempio, descrivere l’invecchiamento come una serie di effetti separati sulle cellule o sul cervello o sul sistema cardiovascolare. Come abbiamo riscontrato per esperienza personale, l’invecchiamento – a parte rendere le persone più sagge, come dicono alcuni, ma anche questo è alquanto dubbio – influenza tutto, o quasi, quello che una persona fa ed è in grado di fare. Il suo impatto su un apparato è inestricabilmente connesso ai suoi effetti sugli altri apparati. Quindi per trattare l’invecchiamento, e processi simili che coinvolgono più apparati, bisogna prendere in considerazione la persona nel suo insieme, non solo i singoli organi.
Di conseguenza, abbiamo aggiunto una nuova parte su alcune patologie sistemiche, vale a dire sui processi che coinvolgono l’individuo nel suo insieme, e non solamente reni, polmoni o articolazioni. Questa parte contiene nuovi capitoli sull’invecchiamento (Capitolo 10), sulle malattie autoimmuni (Capitolo 11), sulla sepsi (Capitolo 12) e sulla gravidanza (Capitolo 14), oltre a quelli sull’amiloidosi (Capitolo 15) e l’obesità, il diabete e la sindrome metabolica (Capitolo 13), che erano presenti anche nella precedente edizione. Questi sono tra i processi patologici più importanti che i medici dovranno capire quando si confronteranno con i pazienti. Presentarli in modo integrato dovrebbe essere di grande aiuto per insegnare tali argomenti e, speriamo, per comprenderli. I capitoli dedicati agli organi specifici trattano comunque anche le rispettive manifestazioni di questi processi.
La comprensione dei processi sistemici è quindi di fondamentale importanza in questo testo e rispecchia il nostro modo di presentare la patologia. La patologia non è solo un lungo elenco di fatti isolati o di nozioni astruse e arcane da memorizzare e poi dimenticare. È il dramma della fragilità e della mortalità umana che noi presentiamo come dei concetti da capire e dei principi da applicare.
Abbiamo anche inserito un capitolo nuovo che a nostro parere rende più interessante lo studio della patologia: il capitolo dedicato alla patologia forense. Questo nuovo contributo sottolinea l’importanza e il livello di complessità della patologia connessa alla cura del paziente e si collega al mondo esterno alla medicina.
Questa nuova edizione, di conseguenza, è molto diversa dalla precedente. La riorganizzazione del testo che abbiamo descritto rappresenta il tentativo di aiutare gli studenti ad apprendere le tematiche complesse della medicina moderna in modo più organico. Molti capitoli sono stati riscritti o ampiamente rivisti. Ci sono Autori nuovi nei Capitoli 6, 10, 11, 12, 14, 19, 20, 26, 28 e 34, oltre agli altri bravissimi Autori che continuano a dare il loro prezioso contributo. Il lavoro generoso e diligente di tutti gli Autori rappresenta l’ossatura del testo.
Abbiamo sempre dato risalto alle attuali conoscenze, senza omettere però che ci sono anche dei limiti in quello che attualmente sappiamo. La nostra speranza è che questo testo fornisca un trampolino di lancio per ulteriori future scoperte frutto di menti brillanti e che gli studenti e i colleghi condividano l’entusiasmo e l’eccitazione della scoperta che noi abbiamo avuto il privilegio di provare nel corso dei nostri studi e delle nostre carriere.
Qual è il ruolo di un manuale in un momento in cui la maggior parte delle Facoltà di Medicina prepara i propri specifici programmi, le informazioni online e le altre risorse sono ampiamente disponibili per gli studenti e molti docenti a volte hanno la sensazione che forse dovrebbero dedicare ad altro il loro tempo e le loro energie? Questo volume è stato ideato per raccogliere esperti di tutto il mondo, per far capire agli studenti in modo completo, ma facilmente assimilabile, come si verificano le malattie e per fornire ai docenti un programma didattico che faciliti la conoscenza. La Patologia di Rubin è caratterizzata dall’uniformità stilistica e dalla facilità di lettura, dalle illustrazioni di grande impatto visivo, dall’attenzione dedicata alla rilevanza clinica di tutto il materiale presentato, dalla dedizione degli Autori nel garantire l’attualità del materiale e dal desiderio di tutto il team della produzione di fornire un testo e degli strumenti ausiliari didattici che aiutino gli studenti a imparare e i docenti a insegnare. La determinazione nel raggiungere tali obiettivi è, a nostro parere, un importante contributo allo studio della medicina.
Questo è il 25mo anniversario della prima edizione del testo e cogliamo l’occasione per raccontare uno degli aneddoti più divertenti delle precedenti edizioni. L’Autore di uno dei capitoli della prima edizione aveva preparato delle figure disegnate a mano, pronte per essere inviate all’illustratore perché le sistemasse. Una notte si era addormentato sul divano, con le sue preziose illustrazioni sparpagliate per terra. Proprio in quel periodo aveva un cagnolino ancora cucciolo, a cui stava insegnando a non sporcare il pavimento. Inconsapevole dell’importanza dei fogli sparsi per terra e ignaro del loro prezioso contenuto, il cagnolino, fedele a quanto gli era stato insegnato, invece di sporcare il pavimento optò per i tanti fogli sparsi a terra. Quando l’Autore si svegliò, non gli restò altro da fare che pulire più che poteva i disegni e mandarceli così. Vi lascio immaginare la nostra perplessità nel ricevere un faldone di disegni decorati con strane macchie di origine non meglio identificata!! Solo successivamente ci venne svelato il mistero.
Ultimo, ma non ultimo, vogliamo ricordare con umiltà e grande e immutata riconoscenza e affetto Raphael Rubin, precedente co-editor del Rubin. La sua morte nel settembre del 2011, a soli 55 anni, è stata un’enorme perdita dal punto di vista professionale e umano. Abbiamo cercato di ricordare Raph nella nostra dedica a questa settima edizione. Resterà sempre vivo nei nostri cuori e crediamo che sarebbe stato orgoglioso di questa settima edizione.
David S. Strayer, MD, PhD
Emanuel Rubin, MD
Philadelphia, 2014
Gli autori:
D. S. Strayer, E. Rubin
A cura di:
R. Rizzuto, M. Rugge, S. Ausoni
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