Descrizione
Lo studio sistematico del bambino è acquisizione relativamente recente; e ancora più vicino ai nostri giorni è lo studio del neonato e del lattante, sebbene l’interesse per queste fasi della vita dell’essere umano abbia da sempre, anche se sporadicamente, mosso a osservazioni e riflessioni più specificamente in campo filosofico e pedagogico. Non estranea a questo ritardo è, più specificamente per la prima infanzia, la carenza di strumenti utili per l’osservazione e la valutazione del comportamento infantile, condizione che in particolare nel primo anno di vita rimanda alla assenza di un linguaggio utile alla comunicazione significativa e articolata da parte del bambino, in grado di veicolare informazioni circa il proprio modo di vedere il mondo e di percepire sé stesso. è a partire dagli anni ’40 che l’uso della ripresa dapprima tramite film e successivamente mediante registrazioni video, ha consentito un rapido aumento di accurate descrizioni delle abilità del bambino piccolo, consentendo con opportune metodologie di ricerca di sviluppare nuove conoscenze e formulare ipotesi circa le capacità del bambino e del loro sviluppo nel corso dell’infanzia. Gli stessi progressi tecnologici, in questi ultimi 10-15 anni, hanno consentito di far luce fin nel mondo prenatale, rendendo così accessibili immagini e informazioni sul feto e sulle sue abilità, condizione questa che ha permesso di ridefinire in modo più coerente e continuo il processo di crescita e sviluppo dell’essere umano, dal concepimento a tutta l’infanzia. Così trattando del bambino nel primo anno di vita, ci è sembrato necessario tentare di riannodare i fili di una continuità evolutiva, ormai dimostrata da una grande quantità di dati osservativi, ricavati da una altrettanto intensa ricerca, che hanno sottolineato in modo sempre più obiettivo e convincente la precoce presenza di abilità e la loro progressiva evoluzione a partire dal feto, fino al neonato e al lattante. Il primo anno di vita rappresenta un periodo fondamentale nello sviluppo del sistema nervoso e correlativamente per lo sviluppo delle abilità e delle competenze del bambino. A fronte dell’incremento più rilevante, rispetto a tutto il resto della vita, del cervello, che nel breve arco dei primi due anni di vita aumenta di tre volte il suo peso rispetto alla nascita, assistiamo in questo stesso periodo ad un aumento nella complessità dei comportamenti del piccolo e soprattutto alla comparsa e specializzazione di nuove competenze. Già alla fine del primo anno di vita, periodo di cui ci occupiamo in questo nostro lavoro, siamo di fronte ad un bambino più autonomo, attivo e costruttivo partecipante della vita della propria famiglia e interlocutore competente nelle relazioni con l’ambiente di sviluppo, in poche parole di un individuo psicologicamente complesso. E di questo soggetto abbiamo cercato di fornire allo studente un quadro sintetico e rappresentativo delle sue abilità, che 70 anni di attente osservazioni, a partire da Gesell, Bayley, Brunet e Lézine, Griffiths, hanno tradotto in una conoscenza più corretta e completa del bambino, base essenziale per la preparazione delle migliori opportunità per ciascuno e per il precoce riconoscimento di eventuali anomalie, con l’obiettivo specifico di realizzare al meglio le condizioni per il suo benessere. L. Baldini, S. Ottaviano
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