Descrizione
“Il binomio concettuale corpo-anima, corpo-spirito, corpo-psiche, attraversa la riflessione filosofico-culturale dell’Occidente a partire da Platone, il quale scrisse nel Fedone che “”…fino a quando noi possediamo il corpo e la nostra anima resta invischiata in un male siffatto, noi non raggiungeremo mai il modo adeguato ciò che ardentemente desideriamo, vale a dire la verità…”” È Platone dunque il primo a fissare, nella speculazione filosofica, la massima distanza tra fisicità e spiritualità, tra corpo e verità, in nome di una logica di segno disgiuntivo. Nel nostro secolo il presupposto fondativo della fenomenologia esistenzialista è ripreso da Husserl con la ormai classica distinzione tra corpo-oggetto e corpo-vissuto, tra corpo-in-sé e corpo-per-me. Il primo corrisponde alla realtà oggettiva della nostra condizione corporea, cioè al corpo oggetto delle scienze mediche. Si vuole arrivare a considerare la possibilità di “”fusione del soggettivo e dell’oggettivo””, acquisire e creare nuovi legami dell’organismo con l’ambiente. La coscienza non è una entità idealmente trascendente ma appare come un meccanismo di integrazione individuale. Come può la psicomotricità contribuire all’equilibrio corpo-mente? In che misura è indispensabile alla formazione intellettuale e alla crescita del bambino? I concetti di riferimento sull’evoluzione della psicomotricità scaturiscono in primo luogo dall’esame della motilità in età pre- e neonatale e, secondariamente, dall’analisi dell’espressione e della comunicazione psico-corporea con l’intento di chiarire, in definitiva, le finalità dell’azione psicomotoria anche nel caso che vi siano difetti fisiologici.”
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